Nella Chiesa Madre di Milazzo, questo pomeriggio alle 15, ci saranno tutti. Familiari, amici, compagni di calcio e di avventure. Ognuno di loro occuperà un bancone e, stretti nel dolore più grande, daranno l’estremo saluto a Marco Salmeri, giovane calciatore 23enne, la cui vita si è tragicamente spezzata domenica sera, sulla A20, in un incidente stradale all’altezza di quel maledetto viadotto Montagnareale.
Marco giocava nel Due Torri e proprio quel giorno era stato a Gliaca di Piraino per disputare una partita contro il Savoia. Avevano pareggiato, 2 a 2. Terminato l’incontro, lui e i suoi due compagni di squadra Giuseppe Guido e Michele Alizzi si erano seduti in macchina, pronti a rientrare a casa, a Milazzo.
Forse l’asfalto scivoloso. Ad un chilometro di distanza dallo svincolo di Patti, l’Alfa Gtv su cui stavano viaggiando ha iniziato a sbandare impattando con violenza contro il guard-rail. Marco è stato sbalzato fuori dall’abitacolo, è volato giù nel terrapieno sottostante, è morto sul colpo.
Alizzi stava guidando la macchina al momento del tragico impatto. Ha riportato una frattura al braccio e adesso dovrà subire un intervento chirurgico. Le condizioni del 32enne Guido, invece, continuano a destare preoccupazione anche se il ragazzo non è in pericolo di vita. Nell’impatto di domenica sera, il giocatore del Due Torri ha riportato un forte trauma cranico e diverse fratture. Trasferito nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Papardo ha subito un delicato intervento che, secondo le prime notizie, sembra sia perfettamente riuscito.
E non si interrompono i messaggi di chi, anche con poche parole, vuole ricordare quel giovanissimo calciatore dalle grandi doti, soprattutto umane. Tutto il mondo del calcio è a lutto: “Non possiamo che piangere un nostro giovane fratello”, scrive la Lega Nazionale Dilettanti. “Ciao Marco”.