Sarà un consiglio rovente non per le temperature di agosto ma per il tema di cui si discuterà.
I gruppi di minoranza “Città attiva” e “Milazzo Futura” preannunciano battaglia sulla tariffa rifiuti. Già da qualche giorno sono forti le contestazioni per gli incrementi previsti in bolletta rispetto allo scorso anno, dovuti alla chiusura della discarica di Mazzarà Sant’Andrea e ai maggiori oneri relativi al servizio di trasporto dei Rsu in discarica e smaltimento. I consiglieri presenteranno quindi una soluzione che vada incontro ai cittadini, provando quindi ad evitare l’aumento preannunciato di circa il 60%.
A finire nel mirino dei due gruppi di minoranza è anche la nuova manifestazione di interesse portata avanti dall’Amministrazione per individuare un nuovo gestore del servizio nell’approssimarsi della scadenza del 31 agosto.
“Nella perizia redatta dagli uffici – affermano i consiglieri– c’è stato un incremento sui costi del servizio di 135 mila euro, 385 a fronte dei 250 pagati sino ad oggi, e si prevede anche una maggiore presenza di lavoratori, 8 in più, rispetto alla perizia del 2013. Il numero complessivo viene portato a 64 sulla base di accordi che a nostro avviso nulla hanno a che vedere nel rapporto tra ditta e comune, ma che finisce col coincidere con le previsioni del Piano Aro che però comprende, oltre alla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, anche dei servizi aggiuntivi che in atto non vengono fatti. Pertanto perché incidere per questi ulteriori 135 mila euro? C’è il rischio di creare un ulteriore debito per le casse comunali visto che si andrà automaticamente a riconoscere all’attuale gestore quelle pretese che l’ amministrazione Pino aveva sempre contestato ufficialmente”. L’attuale rapporto contrattuale è con la Dusty; il Comune paga alla Dusty per la raccolta dei rifiuti 250 mila euro con un parametro di 56 lavoratori, mentre gli altri 8 sono pagati dalla ditta. La società catanese, da gennaio 2014, ha richiesto al comune di rivedere il contratto in quanto la somma percepita mensilmente non riusciva a garantire le spese. “Una richiesta da noi congelata – aggiunge l’ex assessore Midili, ora consigliere di opposizione – anche sulla base del parere degli uffici che evidentemente hanno ritenuto la cifra versata, congrua. Questa decisione ha indotto la Dusty ad avanzare una richiesta extragiudiziale di un arbitrato terzo per quantificare il costo. Non vorremmo che questa perizia fosse per il Comune un boomerang”.
Ma non finisce qui, perché l’opposizione intende fare chiarezza anche sulla situazione economico-finanziaria dell’ente, alla luce dell’ultima pronuncia del Tar che ha cancellato la procedura di dissesto. A parlare è soprattutto il consigliere Midili, sicuramente il più coinvolto nella questione dissesto in quanto ex assessore alle finanze dell’amministrazione Pino.
Midili ritiene che la proposta avanzata dal sindaco Formica qualche giorno fa, ovvero la possibilità di accedere a un'anticipazione ministeriale tramite un mutuo agevolato trentennale con un tasso d'interesse di circa l'1%, è un vero e proprio azzardo: “la situazione del Comune è ben più grave di quella che si possa immaginare e la pronuncia del Tar ha cancellato il dissesto ma sicuramente non i debiti. In tal senso tutti sono riusciti ad avere una chiara visione della situazione debitoria del Comune di Milazzo, dall'Assessorato regionale agli enti locali, alla Corte dei Conti, all'Organo straordinario di liquidazione, tranne che chi amministra questa città. Il Sindaco ha delineato una task force per stabilire la reale entità dei debiti del Comune di Milazzo, disconoscendo nei fatti tutti i documenti contabili posti in essere dai soggetti terzi di cui sopra. Quando l'organo straordinario di liquidazione accerta e conferma, tramite le certificazioni degli uffici comunali, almeno 22 milioni di euro di debiti fuori bilancio, queste somme vanno aggiunte ai 43 milioni iscritti regolarmente a bilancio. La somma supera i 60 milioni e di tanto avrebbe bisogno questo Comune per pagare tutti i suoi creditori”. Midili ha quindi sottolineato che la strada del ricorso ai fondi del DL 35 non è migliorativa: “non è il tasso di interesse dell'0,77% annuo che risolleva la città di Milazzo. Al Comune con la tassazione al massimo entrano ogni anno 29 milioni e mezzo di euro con uscite superiori di poco ai 27 milioni. Con un accollo di mutuo che mai potrà essere inferiore ai 50 milioni per soddisfare tutti i creditori, annualmente bisognerà aumentare i costi di almeno 1 milione e 400 mila euro di rata restituzione mutuo a cui si aggiunga che le entrate, mantenendo sempre la tassazione al massimo, diminuiranno di oltre 1 milione e trecentomila euro l'anno con la conseguenza che il bilancio non sarà in equilibrio e bisognerà tagliare le spese, con la conseguenza ancora più grave che al 1 gennaio 2017 il personale precario si ritroverà senza copertura finanziaria e quindi dirà addio alla stabilizzazione ed anche al proprio posto di lavoro”.
Midili, a nome dei colleghi di opposizione, invita quindi il primo cittadino a riflettere sulle scelte da fare, al sacrificio che richiederebbe ai cittadini: “L'amministrazione Formica in un sol colpo è riuscita a cancellare almeno la metà del proprio programma elettorale. Saranno gli ultimi a pagare i debiti fatti dai primi. I posti di lavoro dei precari sono fortemente a rischio ed il bilancio più che etico e condiviso sarà un foglio obbligato senza possibilità di scelta ma con sacrifìci anche sui servizi essenziali”.