Più volte il sovrintendente del Teatro Vittorio Emanuele Antonino Saija ha invitato chiunque volesse a guardare il sito ufficiale dell’Ente, nella sezione amministrazione trasparente a riprova dell’assoluta determinazione dei vertici di seguire i dettami della normativa. Abbiamo quindi seguito il suo consiglio e dato un’occhiata alle delibere pubblicate, come la n°57 del 29 dicembre 2015, pubblicata nelle scorse settimane e che riguarda i costi dell’Amleto, spettacolo prodotto dall’Ente e che, dopo le repliche dello scorso anno, nel 2016 è andato in scena in tournee riscuotendo un grande successo di pubblico e recensioni.
Nella delibera (allegata in download), nella parte dei preventivi e dei costi per l’Amleto vengono indicati: il totale dei costi per la circuitazione pari a 198.854 euro (costo personale artistico e tecnico 148.654 più altri 50 mila per altre spese) con un costo per ogni singola recita di 5.097 euro. Andando ai ricavi tra Messina, Catania, Milano, Brescia, Monza e Castel Pulsterlengo si arriva a 102 mila euro. Il disavanzo, stando alla delibera, è di 96.854 euro.
Nella tabella relativa al foglio paga Messina, prove 6 giorni fine gennaio, 4 giorni prova più recite fine febbraio sono indicati i nomi degli artisti con le singole somme. Il totale delle somme per questa tabella è di 25.728 euro. Nell’elenco dei 24 artisti indicati con il cognome (tranne il caso del fonico indicato genericamente) risulta una stranezza al n°18 perché, unico tra tutti, non riporta un cognome ma solo una serie di asterischi. Al Mister X però vengono assegnate le cifre per le prove e le repliche. Nella pagina successiva, quella che riporta il foglio paga per le recite fuori sede (18 giorni a febbraio e 3 a marzo) il numero 18 è sempre contrassegnato dagli asterischi ed anche questa volta è l’unico a non essere indicato. Il netto in busta paga per Mister X per queste recite in tournee è di 3.589 euro. Un’altra tabella indica nel dettaglio le somme spese ( a persona) per gli artisti Campolo, Alveario, Mansutti, Gugliandolo, Boncoddo, Canto, Scorziello, Rinaldi, Botto ma in una casella risultano cinque punti interrogativi. C’è quindi una persona che ha lavorato per l’Amleto e per la quale sono indicate le somme pagate (cifre della stessa entità rispetto a quelle degli altri artisti) e che però è riportata con asterischi e punti interrogativi. Come quando ci sono gli omissis nei provvedimenti. Anche supponendo che si sia trattato di un sostituto che ha preso parte a tutte le prove e a tutte le repliche non si comprende perché non riportarne il cognome. Sorge il dubbio che ci sia un nuovo personaggio nello spettacolo, che potremmo definire il Fantasma dell’Amleto. Resta da chiedersi perché nella sezione amministrazione trasparente del sito dell’Ente, nel riportare la delibera relativa ai costi della circuitazione manchi un cognome ma risultino le cifre a lui o a lei stanziate.
Dopo il caso dello spettacolo fantasma, quello di Fiorello e del dipendente burlone che inserisce le delibere nel sito, adesso c’è quello dell’artista fantasma.
L’Amleto comunque al di là di questi dettagli, ha riscosso successo in tutte le repliche, segnale della produzione di alta qualità del Vittorio Emanuele.
Qualche perplessità ha suscitato la partecipazione allo spettacolo del presidente Maurizio Puglisi, che ha superato il provino per il ruolo del becchino. I dubbi riguardavano l’opportunità per il Presidente dell’Ente di prendere parte ad uno spettacolo prodotto dall’Ente stesso e diretto da Ninni Bruschetta, direttore artistico che per 20 anni e più è stato suo socio nella Nutrimenti Terrestri. C’è chi ha ricordato anche la normativa in materia di incompatibilità. Puglisi ha spiegato che per l’attività teatrale non ha percepito alcun compenso, ma solo gli oneri contributivi.
Al Vittorio Emanuele intanto i dipendenti sono stati alle prese con un ritardo dello stipendio da dicembre, a causa della mancata erogazione del contributo regionale. Saija ha sottolineato nei mesi scorsi che i bilanci sono floridi e le casse sono in ottima salute. Nessuna protesta si è finora sollevata da parte del personale o delle organizzazioni sindacali. In occasione dei primi 100 giorni di Presidenza, le tre sigle ribelli (un tempo erano 4) si sono presentate con una torta ed una serie di proteste, compresa la vicenda dei bandi “a titolo gratuito”. Adesso sui ritardi nei pagamenti degli stipendi non c’è stata alcuna nota. Da alcuni mesi il personale è transitato dal contratto per i lavoratori dello spettacolo a quello previsto per la Funzione pubblica. Quando a Messinambiente si registrano 2 giorni di ritardo nei pagamenti scattano le proteste dei sindacati ( a volte si annunciano anche in previsione dei ritardi). Non è così per il Teatro visto che nonostante il ritardo di 2 mesi non è stato diffuso neanche un comunicato stampa. Forse perché, come dicono i politici di destra “con la cultura non si mangia….”.
Rosaria Brancato