Di trasferimento si parla ormai da due anni, ma fino ad oggi all’Urbanistica, il dipartimento “moloch” del comune di Messina, di lasciare i locali di via Industriale non se ne è più sentito parlare. Esattamente due anni fa, il sindaco Giuseppe Buzzanca era risoluto nel voler garantire il trasloco dei locali nella ex scuola di catarratti, ipotesi che si è scontrata con i mugugni di ingegneri, geometri ed architetti che di arrivare fin lassù non ne avevano alcuna voglia, e col parere negativo da parte del dipartimento viabilità. La seconda ipotesi, quella definitiva, era lo spostamento di dipartimenti ed archivi in viale della Libertà, nei locali dell’ex convitto Dante Alighieri. Il contratto di locazione di via industriale è scaduto a febbraio del 2012, e da allora, di proroga in proroga, l’Urbanistica è rimasta lì. Perché? Perché l’impresa che si è aggiudicata la gara per il trasloco è…irreperibile.
A marzo del 2013, l’appalto è stato vinto dalla Cufina Servizi scrl, con un ribasso del 47% sull’importo a base d’asta di 64mila euro iva esclusa. Dall’aggiudicazione dei lavori in poi, della ditta non se ne è saputo più nulla: prima, dall’esame dei documenti, è emerso come la ditta non fosse in regola col Durc, il documento di regolarità contributiva, poi la stessa impresa non aveva ottemperato alla costituzione del fondo di garanzia. Di fronte a questi buchi, da palazzo Zanca partono telefonate, fax e un telegramma di convocazione ufficiale, a fronte dei quali nessu rappresentante della ditta si fa vivo. A metà giugno, quindi, da palazzo Zanca parte la comunicazione di revoca dell’aggiudicazione, e anche stavolta silenzio, motivo per il quale, del servizio viene incaricata la ditta seconda classificata, la Alfaro Servizi, che all’epoca della gara aveva offerto un ribasso del 27.98%.
Sei mesi di tempo perso, che il comune di Messina paga molto salati. Per i locali di via Industriale, infatti, il contratto prevedeva ogni anno un pagamento di 209mila euro (169mila di canone, il resto in spese di condominio e imposte). Proprietaria degli appartamenti è la Paride srl, sociatà al cui interno ci sono il costruttore ed ex consigliere comunale Orazio De Gregorio, la società Geimm del deputato regionale Franco Rinaldi e la Caleservice, i cui proprietari sono Rinaldi ed il cognato, il deputato nazionale del Pd Francantonio Genovese. L’urbanistica, poi, aveva un altro contratto di locazione, da 90mila euro all’anno con la Sior di Orazio Gugliandolo per archivio e sportello unico, siti sempre in via Industriale