Anche i villaggi rurali del messinese inizialmente esclusi dalla misura di finanziamento previste dal Psr (Pianio di sviluppo rurale della Sicilia 2007-2013), potranno usufruire delle risorse comunitarie. La buona notizia arriva al termine della riunione tenutasi a Palermo nel corso della quale è stata approvata la “Scheda di notifica delle modifiche al Psr” che verrà inoltrata alla commissione europea all’inizio del mese di luglio per l’approvazione definitiva. Ad occuparsi direttamente della questione,la dott.ssa Barresi, dirigente del Dipartimento interventi strutturali dell’assessorato regionale risorse agricole e alimentari, che nei mesi scorsi (vedi articolo correlato) ha effettuato una serie di sopralluoghi nei territori della provincia peloritana per attestare la necessità di far rientrare anche i comuni di messinesi nel Psr. Sempre nel corso della riunione è stata proposta e approvata, tra l’altro, la modifica n.11 che prevede una nuova azione la 214/1G per il contrasto ai fenomeni di dissesto idrogeologico e per il recupero del paesaggio agrario tradizionale che va attivata assieme alla misura 216 relativa ad “investimenti non produttivi in aziende agricole”.
Più nel dettaglio, per Messina sono state poste le premesse fondamentali affinchè, con una apposita deroga, anche i villaggi rurali possano usufruire dei benefici previsti dall’asse 3 del PSR (agriturismi, fattorie didattiche ecc). La nuova azione riguarda la città nel suo complesso, con la eccezione delle aree di pianura che sono, come è notorio, limitatissime. Appare chiaro come questa tipologia di interventi non garantisca la risoluzione dei problemi, ma dimostra che è stato fatto un approfondito studio degli avvenimenti succedutesi negli ultimi anni e per i quali, ad oggi, pochi si sono interessati a contrastare le avversità che hanno flagellato il territorio della provincia di Messina.
L’azione si applicherà nell’area dei Monti Nebrodi e sui versanti ionico e tirrenico dei Monti Peloritani per le colture terrazzate di nocciolo, agrumi, olivo, vite e fruttiferi misti tradizionali. I beneficiari sono gli imprenditori agricoli singoli o associati, nonché provati non imprenditori che conducono superfici agricole non inferiore ad 0.10 ettari. La durata degli impegni è di 5 anni. L’obiettivo è quello di recuperare e salvaguardare il paesaggio agrario, contrastare il dissesto idrogeologico, evitare il rischio di desertificazioni e conservare le specie tipiche locali a rischio di estinzione nelle aree a forte degrado della nostra provincia al fine di ridurre fortemente la propagazione degli incendi. L’importo finanziario di tutta l’operazione è di diverse decine di milioni di euro. E’ previsto che l’intervento sia al 100% a fondo perduto. Come è evidente si tratta di un intervento di portata straordinaria che rappresenta una opportunità che potrebbe determinare una ripresa produttiva dei nostri territori collinari e montani con un significativo aumento del reddito delle aziende ed un incremento della manodopera agricola. Tutto ciò mentre vi è la crisi del settore in tutta la provincia messinese.
Questo risultato si deve al lungo lavoro di concertazione, della parte più attenta dell’agricoltura messinese che ha visto impegnate le organizzazioni professionali agricole Cia, Confagricoltura e Coldiretti assieme agli Ordini degli agronomi e periti agrari, l’associazione Città delle nocciole, l’assessore provinciale all’agricoltura, i parchi dei Nebrodi e dell’Alcantara, alcuni Comuni come Ucria, l’associazione dei produttori dei Nebrodi ed il Comitato degli agricoltori di Giampilieri. Nei diversi incontri che si sono susseguiti a Messina e Palermo è stata esercitata una azione coesa di tutte le forze che interagiscono nel settore agricolo e nel mondo rurale, con richieste concordate unitariamente, tali da rappresentare la necessità di un progetto di rinascita del territorio. Si sottolinea il ruolo positivo svolto dall’assessorato regionale all’agricoltura che in questa occasione ha recepito ed interpretato le sollecitazioni degli agricoltori che vivono tra mille difficoltà dovute alle drammatiche alluvioni di Giampilieri, Scaletta, Itala, S.Fratello, Caronia, Motta Camastra e ai devastanti incendi (Tindari, Nebrodi, Colli S.Rizzo) e naturalmente alla crisi economica e sociale.