Disastro ambientale in concorso, peculato e falsità ideologica commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. Per questo i carabinieri hanno eseguito una misura cautelare interdittiva emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, su richiesta della Procura, nei confronti del direttore generale del Cas, Salvatore Pirrone, del dirigente dell'area tecnica Gaspare Sceusa, entrambi sospesi dai pubblici uffici per un anno, e dell'imprenditore di Letojanni Francesco Musumeci, che non potrà esercitare attività di impresa per 8 mesi. Stesse accuse anche per altri tre indagati, non interessati da questo provvedimento. Il provvedimento cautelare era stato emesso anche nei confronti del funzionario del Cas Antonino Spitaleri ma non è stato eseguito poiché nel frattempo è andato in pensione.
Il riferimento è alla frana dell'ottobre 2015 in autostrada all'altezza di Letojanni ed in particolare i lavori di somma urgenza, per un importo di 500 mila euro più iva, appaltati per la messa in sicurezza della carreggiata lato valle di quel tratto di strada.
Il provvedimento scaturisce da due distinte indagini, sviluppate rispettivamente dai Carabinieri della Compagnia di Taormina e da quelli della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica del capoluogo, i cui esiti hanno permesso di fare piena luce su una serie di comportamenti illeciti che hanno contrassegnato la fase di progettazione e quella di esecuzione degli interventi di messa in sicurezza dell’area, nonché la realizzazione di una barriera di contenimento del movimento franoso, risultata totalmente inadeguata rispetto al livello di rischio idrogeologico.
L’inchiesta ha consentito di accertare come i due dirigenti del Cas abbiano omesso di esercitare qualsiasi tipo di controllo nei confronti della ditta incaricata dell’esecuzione dei lavori, sostenendo, in luogo di quest’ultima, le spese di progettazione dei lavori e permettendo inoltre una ingiustificata lievitazione dei costi dell’opera, senza pertanto impedire che la realizzazione dei lavori venisse eseguita in maniera inadeguata. L’affidamento, in somma urgenza, dei lavori di esecuzione degli interventi all’imprenditore Musumeci è stato effettuato, infatti, omettendo di redigere il progetto esecutivo da parte della stazione appaltante e consentendo che l’elaborato fosse predisposto da due professionisti – un geologo ed un ingegnere – scelti dalla ditta esecutrice, facendo poi apparire che questo progetto fosse stato elaborato dal Cas poiché redatto su carta intestata dell'Ente. Inoltre, con una perizia di variante, è stato poi avallato, dai due dirigenti, che il pagamento del compenso di questi professionisti fosse imputato al Cas, incorrendo nel reato di peculato. Il titolare dell’impresa di costruzione – al contempo – ha realizzato le opere di messa in sicurezza del tratto autostradale con materiali di scarsa qualità, conseguendo ingiusti profitti e ponendo gravemente a repentaglio l’incolumità degli automobilisti e dei residenti in quel tratto di fascia ionica messinese.
Tra gli indagati non colpiti dal provvedimento cautelare anche un funzionario del consorzio, adesso in pensione, accusato di avere redatto atti ideologicamente falsi, in relazione ai certificati di stato di avanzamento lavori emessi nel novembre 2015 e nel gennaio 2016, facendo falsamente riferimento ad una contabilità che, però, a quella data non era stata ancora redatta ed i due professionisti che hanno redatto gli elaborati progettuali.