L’Associazione ha analizzato la situazione in cui versano le attività commerciali cittadine chiedendo maggiori tutele e proposte concrete per aiutarle.
“Dall’inizio del lockdown sono
passati due mesi e in questo lasso di tempo la nostra economia cittadina ha
subito colpi non indifferenti, ferite che chissà per quanto tempo ancora
sanguineranno e che non sempre si riuscirà a far cicatrizzare. Il commercio
messinese è da considerarsi al pari di un malato gravissimo sul quale
intervenire senza indugi”.
Si apre così la lunga lettera aperta inviata dal ForuMessina sulla
situazione in cui versa il commercio cittadino, provato dalle misure attivate
dal Governo per far fronte all’emergenza coronavirus. Diversi gli spunti affrontati dall’associazione
nella lettera, dove si fa riferimento anche alle poche iniziative avviate per tutelare
le molteplici attività commerciali in chiara difficoltà.
LA LORO PROPOSTA
“In attesa di misure nazionali che meglio chiariscano ambiti e facoltà di intervento- continua la lettera dell’associazione- ForuMEssina aveva proposto un’iniziativa che avrebbe dato immediato ossigeno alle imprese locali, avvalendosi dello storno dei fondi del PON Metro e del mancato pagamento quote capitali mutui CDP.
Una misura da circa 10 milioni di euro e che sicuramente sarebbe stata attuabile da subito (avevamo indicato anche la prassi burocratica da mettere in piedi per avanzare la richiesta e rendere il meccanismo snello ed efficiente).
Lo scorso 23 aprile ne abbiamo fatto partecipi stampa e istituzioni cittadine in forma scritta, così come anche in via non ufficiale alcuni singoli consiglieri – parte dei quali si era detto totalmente disponibile a collaborare per migliorare e portare avanti la sopraddetta idea -, giacchè non siamo affatto gelosi della primogenitura di quanto elaboriamo in seno alla nostra associazione, e riteniamo che soltanto collaborando si possano trovare soluzioni adeguate.
Abbiamo anche cercato di sottoporre il tutto all’attenzione di alcune realtà rappresentative del comparto, ma ci siamo sentiti rispondere che non siamo <<interlocutori credibili>> perché non commercianti o non iscritti ad associazioni di settore. Ogni ulteriore commento ci porterebbe a infierire, indirettamente, su coloro che si trovano in grave difficoltà, perciò passiamo avanti; solo, ci preme far notare che la sopravvivenza delle imprese e la loro ripresa sono questioni che riguardano tutti, e che non sono risolvibili con qualche appello e comunicato”.
NECESSITÁ DI PROPOSTE CONCRETE
Oltre al riferimento alla proposta inviata nelle settimane precedenti dall’associazione, ForuMessina sottolinea l’importanza di proposte concrete come quelle avviate in altri comuni d’Italia, ma soprattutto il fatto che ancora nulla è stato previsto per le tante attività commerciali cittadine.
“Pertanto, assodato che- continua
la lettera- non abbiamo la
pretesa di avere la soluzione ad un problema ma di certo ne abbiamo suggerita
una possibile senza nulla a pretendere; che ForuMEssina ha il solo scopo di rendersi utile
e contribuire in modo costruttivo alla vita di questa comunità di cui noi tutti
siamo parte integrante; e che ci ci
siamo impegnati a individuare una strada da percorrere perché questi
commercianti sono nostri amici, nostri concittadini, talvolta nostri clienti
(siamo professionisti e questo non significa non avere competenza, perché siamo
noi quelli a cui oggi chiedono di studiare modi per procrastinare il pagamento
delle imposte dovute, come gestire ricorsi contro istituti di riscossione,
elaborare una strategia per ripianificare le loro attività).
Ci chiediamo per quale ragione chi può non
abbia ancora presentato piani e proposte efficaci, pur tenendo a mente di come le amministrazioni siano
in attesa della pubblicazione del Decreto.
Tuttavia, ci saremmo aspettati da parte di
alcuni qualcosa in più rispetto alla proposta di esenzione dal pagamento
dell’imposta sull’immondizia per il periodo di chiusura delle proprie attività;
provvedimento certamente condivisibile ma poco incisivo.
Facciamo notare, ad esempio, che in altre realtà
locali non hanno perso tempo: il Comune di Milano ha disposto il differimento
del termine di pagamento di canoni e spese degli alloggi popolari del Comune al
30 settembre; il Comune di Firenze ha previsto una misura straordinaria di
sostegno per il pagamento dell’affitto destinata ai lavoratori dipendenti e
autonomi che, in conseguenza dell’emergenza, hanno ridotto o sospeso la loro
attività o il loro rapporto di lavoro; il Comune di Siena, intervenuto sempre
sui canoni di locazione; e infine, senza andare troppo lontano, il Comune di
Roccalumera, che ha previsto un sostegno di mille euro per commercianti e
artigiani colpiti dalla crisi.
Insomma, solo alcune proposte, oltre a quella già formulata,
da cui si potrebbe trarre spunto e che davvero non capiamo perché pare non
siano oggetto di discussione. E’
chiaro- conclude l’associazione- che gli interventi tampone sono e saranno solo
palliativi e che ora più che mai serve la (a noi tanto cara) visione d’insieme:
un business plan adeguato alla situazione, delle misure straordinarie connesse
tra loro, una serie di azioni mirate che non siano disgiunte. Per carità: si
svegli chi può! Curiamo il malato prima che muoia”.