“Che fine ha fatto l'indicazione contenuta nel messaggio del presidente della Repubblica di inizio ottobre? Che fine hanno fatto i "rimedi straordinari" di amnistia e indulto?” Sono le domande che pone il partito Radicale di Messina in merito alla situazione delle carceri italiane.
“In Italia – scrivono i rappresentanti del partito – la giustizia è insensatamente lenta e senza alcun rispetto dei diritti umani fondamentali, tanto per l'irragionevole durata dei processi (violazione art.6 della Convenzione Europea sui diritti dell'Uomo) quanto per i trattamenti inumani e degradanti (violazione art. 3 della stessa Convenzione) a cui sottopone i suoi cittadini detenuti. Dall'8 gennaio scorso la Corte Europea dei diritti dell'uomo ha accertato in Italia la violazione strutturale dell'art. 3 della Convenzione europea che, sotto la rubrica "proibizione della tortura", pone il divieto di pene e di trattamenti disumani o degradanti a causa della situazione di sovraffollamento carcerario in cui 7 dei ricorrenti si sono trovati (tre di loro erano difesi dagli avvocati radicali Giuseppe Rossodivita e Flavia Urcioli). La Corte ha affermato, in particolare, che "la violazione del diritto dei ricorrenti di beneficiare di condizioni detentive adeguate non è la conseguenza di episodi isolati, ma trae origine da un problema sistemico risultante da un malfunzionamento cronico proprio del sistema penitenziario italiano”.
Il leader storico del partito, Marco Pannella, si è rivolto ai presidenti delle Camere per “convocare i Presidenti dei gruppi parlamentari affinché la questione venga calendarizzata" e al Governo “perché agisca fattivamente e si prenda le sue responsabilità”.
Domani, alle 10, a Messina, un sit in davanti all’ingresso colloqui del carcere di Gazzi per rivendicare con forza che vengano trovate soluzioni contro il sovraffollamento carcerario.