Rosso, giallo, grigio, verde chiaro. Sono i colori delle schede che riporteranno i quattro quesiti referendari sottoposti al popolo il 12 e il 13 giugno. C’è chi vede il referendum della prossima settimana come l’ennesimo test politico per il governo Berlusconi. Chi, invece, come un’occasione per esercitare quello che, a parte il voto elettorale spogliato però di senso con la legge “porcellum” oggi in vigore, rimane il momento più alto della vita democratica di un Paese. Ecco, in sintesi, quali sono i quesiti. Sulla scheda di colore rosso troveremo il primo dei due quesiti sull’acqua pubblica: votando “sì”, si chiederà di abrogare l’affidamento del servizio ai privati. Sulla scheda di colore giallo il secondo quesito sull’acqua: in questo caso il “sì” abroga il calcolo della tariffa secondo il “mercato” sempre per la gestione del servizio idrico. Quesito numero tre, scheda di colore giallo: si abroga l’apertura dell’Italia all’energia nucleare. Infine il quesito numero quattro, quello probabilmente più temuto dal premier Berlusconi: il referendum sul legittimo impedimento. Legge che consente al presidente del Consiglio o a un ministro imputato di giustificare la propria assenza a un processo che lo riguardi e che con l’eventuale vittoria dei “sì” verrebbe abrogata.
Sono tutti argomenti delicati e che toccano da vicino la vita quotidiana della gente. Su uno di essi, quello della privatizzazione dell’acqua che, come visto, occupa due dei quattro quesiti, si sono voluti concentrare alcuni rappresentanti della rete Lilliput che insieme all’ambientalista Renato Accorinti ieri pomeriggio, in occasione della festa della Madonna della Lettera a piazza Duomo, hanno inscenato una protesta pacifica salendo persino sul campanile della Cattedrala con un grande striscione: “L’Acqua non si tocca!”. Un chiaro invito ai cittadini a votare sì il 12 e il 13 giugno. Lo striscione ha attirato anche lo sguardo curioso dell’arcivescovo Calogero La Piana. Intanto anche il sindacato di base Cub invita la popolazione ad esprimersi il prossimo week-end e a farlo con quattro “sì”.