Sembrava tutto troppo semplice. Un accordo condiviso, un’idea comune di rilancio, una data per la firma. E invece no. Perché il Comitato Portuale, l’organo di rappresentanza istituzionale dell’Autorità Portuale, non ha approvato l’accordo raggiunto.
Troppe competenze all’Ente Porto, il braccio destro della Regione, nessuna al Comune, l’Agenzia del Demanio ed alla Capitaneria di Porto. Così è stata predisposta una nuova bozza che è stata inviata a Palermo ed all’Avvocatura distrettuale dello Stato.
Non c’è stata la firma attesa del 31 ottobre, ma si spera possa esserci a breve una nuova data. Sempre che la Regione non ponga le sue controdeduzioni. E, dall’accordo raggiunto, si passi nuovamente allo scontro. Una prospettiva nefasta per una città che aspetta da troppo tempo la valorizzazione di una delle sue aree più preziose. Quella zona falcata, il cui sviluppo è rimasto fermo per anni a causa di conflitti istituzionali che ai cittadini poco interessano. Ciò che interessa, invece, è che l’accordo venga firmato al più presto e si possa finalmente procedere all’eliminazione di quelle strutture che deturpano l’area (vedi ex inceneritore ed ex degassifica) ed alla valorizzazione di quelle che meritano sorte migliore rispetto a quella destinata finora (vedi real cittadella).