Hanno messo piede al Molo Marconi barcollanti, vivi per miracolo, con ferite d’arma da fuoco alle braccia ed alle gambe. “Ci hanno sparato sulle coste libiche, poco prima di salire sui barconi” avrebbero dichiarato agli assistenti che erano lì ad accoglierli. Sono stati aiutati a scendere dalla Nave Dattilo della Guardia Costiera e fatti subito controllare dai medici.
“Ci hanno colpito sabato”, ripetevano. Uno di loro aveva una ferita d’arma da fuoco sul braccio destro, l’altro sul sinistro, uno nella gamba ed un altro nel piede. Il personale dell’Asp ha provveduto ai primi soccorsi, poi le ambulanze del 118 sono partite sirene spiegate. Nessuno di loro è in pericolo di vita e, adesso, tutti e quattro si trovano all’ospedale Policlinico sotto stretta osservazione.
E’ stato uno sbarco movimentato che, oggi pomeriggio, ha tenuto impegnata tutta la macchina dell’accoglienza messa in piedi dalla Prefettura di Messina. Trecentoquarantasei gli uomini, le donne ed i bambini che sono stati accolti, rifocillati e curati. Tra loro, anche quattro donne incinte ed un neonato. Vengono tutti dall’Africa subsahariana e, come raccontato da molti, il loro viaggio della speranza è iniziato sabato scorso sulle coste libiche. Sono stati salvati nel Canale di Sicilia in tre distinte operazioni e poi fatti salire sul pattugliatore in direzione del porto di Messina.
Gli uomini della Squadra Mobile hanno già avviato le indagini per individuare chi, materialmente, guidava quei barconi fatiscenti e cercare di capirne di più sugli spari e le armi da fuoco puntate contro quattro dei migranti.
Come di consueto, ad accogliere tutti c’era una rodatissima organizzazione. Il personale Asp, l'USMAFF e la Croce Rossa per le emergenze mediche e le prime visite, le Forze dell’Ordine per la sicurezza, la Guardia Costiera a supporto e le associazioni di volontariato per assistere al meglio le operazioni di sbarco. Tanti anche i minori non accompagnati per cui adesso si provvederà alla sistemazione. Tutti gli altri, invece, sono stati fatti salire sui pullman con destinazione i centri di accoglienza messinesi. (Veronica Crocitti)