Il mondiale di Imola non è finito come molti speravano. Al di là di vedere un transalpino festeggiare nel Bel Paese è mancata la presenza azzurra nei momenti decisivi. A salvare l’Italia Damiano Caruso, siciliano di Ragusa, piazzato decimo al traguardo.
Solo quindicesimo Vincenzo Nibali che dopo aver perso il trenino dei migliori ha un po’ mollato. Lo Squalo ancora una volta nel tratto più duro della corsa, circa 20 km al traguardo, era insieme ai 6 che sono arrivati davanti a tutti al’arrivo. Ancora una volta il messinese è l’uomo che non si arrende, ma gli anni cominciano ad essere tanti sia per lui (35) e anche per Caruso (32).
Lo Squalo dello Stretto a fine corsa ha confessato che “l’ultima salita non era adatta a me. Per quanto mi riguarda, è stata la prima volta in cui mi sono sentito bene. Fino a dieci giorni fa tutto era un punto interrogativo”. Condizione che dunque continua a salire in vista del Giro.
La corsa ha visto i belgi impegnarsi a scortare il loro uomo di punta Wout van Aert per quasi tutto il giorno. È stata la squadra belga a chiudere sull’attacco del fresco vincitore del Tour de France, Tadej Pogacar, che aveva tentato l’impresa quando mancano più di 40 km. Nel finale si sono fatti avanti un po’ tutti, anche gli azzurri, ma l’attacco vero l’ha iniziato Michal Kwiatkowski, polacco e già campione del mondo nel 2014, che ha portato via un gruppetto di sette tra cui anche Nibali insieme a tutti i favoriti della vigilia.
A sorprendere tutti in questo gruppetto è stato il francese Julian Alaphilippe, quando mancano poco meno di 17 km all’arrivo, scollinando su Cima Gallisterna. Nessuno è riuscito a seguire l’attacco del francese, neanche il favorito Van Aert. Il gruppetto pagava qualche decina di metri, mentre Nibali si staccava da questo gruppetto di attaccanti. Alla fine in cinque rincorrevano il solo Alaphilippe, non collaborando tra loro giungevano a quasi 30 secondi dal vincitore. Ad un minuto il gruppo con dentro Caruso e Nibali. Qui l’ordine di arrivo completo.
Vincenzo Nibali è sembrato mentalmente molto concentrato, ma ancora un po’ carente fisicamente. Va detto che il Mondiale è una corsa molto dura, quasi 300 km, mentre invece in una grande corsa a tappe ci si può gestire e soprattutto rifiatare in alcune tappe.
Ormai però manca poco e bisognerà tenere d’occhio colui che oggi ha staccato Nibali, è giunto quinto al traguardo, è andato molto forte nei pochi tratti di salita previsti e soprattutto correrà il Giro per vincerlo: Jakob Fuglsang. Il danese, di un anno più giovane del messinese, è stato suo compagno di squadra in passato. Nelle ultime stagioni sta ottenendo le migliori soddisfazioni della sua carriera e come Nibali sarà uno dei favoriti della corsa rosa e sarà quindi da tenere d’occhio.