Tre mesi fa i Revisori dei Conti di Palazzo Zanca stroncavano il Piano di riequilibrio dell’amministrazione Accorinti mettendo nero su bianco l’ipotesi di un buco di 20 milioni di euro. In pratica l’organo contabile, presieduto da Federico Basile e composto da Luigi Fallica e Giuseppe Zingales, con una nota che era stata inviata alla Corte dei Conti e al Ministero, avvisavano sindaco e assessori che il Comune aveva incassato meno di quanto era stato previsto con il Piano pluriennale approvato nel settembre del 2014. Oltre 7 milioni in meno per il 2015 e altri 12 milioni in meno nel 2016, per un totale di circa 20 milioni che hanno reso il piano di riequilibrio totalmente squilibrato (VEDI QUI).
Quasi subito era arrivata la risposta del sindaco Accorinti e del ragioniere generale Cama che avevano stemperato i toni affermando che non era ancora possibile quantificare il presunto disallineamento perché era in corso l’attività di monitoraggio delle misure del piano (VEDI QUI).
Da allora è calato il silenzio. Nel frattempo a Palazzo Zanca è arrivato il nuovo assessore al Bilancio Vincenzo Cuzzola e il Piano di riequilibrio è tornato nelle mani di Guido Signorino, così ieri la giunta ha approvato la delibera che racchiude il monitoraggio e che individua tutte le azioni che l’amministrazione ha deciso di mettere in campo per il miglioramento strutturale del piano di riequilibrio e del bilancio di previsione 2017/2019. Si è dunque rivelato necessario avviare immediatamente nuove azioni per potenziare il percorso di risanamento finanziario del Comune, da un lato sgravando il piano e dall’altro prevedendo nuove entrate. Segno che, evidentemente, i rilievi dei revisori dei conti non erano poi così infondati.
Gli assessori Signorino e Cuzzola, proponenti della delibera, alla luce degli esiti dell’attività interna di monitoraggio portata avanti dal Dipartimento Servizi Finanziari e dopo aver incontrato tutti i Dirigenti comunali, hanno fissato quali saranno le prossime mosse per mettere il piano di riequilibrio sul giusto binario. Azioni che si dividono in tre ambiti.
AMBITO 1
In questo ambito rientrano le «azioni immediatamente attivabili, con effetti diretti sul piano di riequilibrio». E qui spiccano subito Atm, Messinambiente, Ato3 e Amam, le tre grandi partecipate del Comune. In pratica l’obiettivo è di ridurre le somme previste nel piano per le coperture dei debiti delle partecipate. Come? Per Atm inserendo nel patrimonio dell’azienda l’immobile di via La Farina, per Messinambiente togliendo i 30 milioni che la società sta provando a pagare attraverso il piano concordatario proposto in Tribunale, somma che verrebbe spostata sui bilanci ordinari. Per Amam è stato deciso di predisporre un piano di rateizzazione affinchè il Comune recuperi mensilmente i 21 milioni di crediti che vanta nei confronti dell’azienda acque, attraverso la distribuzione degli utili che per il 2017 sono stati quantificati in 6 milioni annui.
Torna anche la lotta all’evasione fiscale che prevede un incremento ulteriore delle entrate per il 2017 di 1,5 milioni di euro. Capitolo contenziosi: si è evidenziata una riduzione dei debiti fuori bilancio per 2.245.038 euro, nonché una riduzione degli accantonamenti provvedimenti giudiziali impugnati/opposizione e potenziali con giudizi pendenti rispettivamente per 3 milioni e 20.598.382,84 euro, pari complessivamente ad € 25.483.420,84 in meno rispetto alle previsioni confermate nel Piano di riequilibrio. A questa riduzione bisogna aggiungere l'importo di € 15.326.00 relativo al contenzioso At03/Messinambiente, che dovrà essere chiuso.
Patrimonio immobiliare: il Dipartimento Politiche per la Casa docvrà provvedere alla riorganizzazione del servizio relativo alla riscossione dei fitti attivi degli alloggi popolari, avviando senza indugio le necessarie azioni tese a realizzare il recupero dei canoni morosi, inclusi gli interessi, dovuti per le annualità recuperabili, anche ricorrendo a transazioni che consentano il realizzo immediato di almeno il 70% del dovuto a fronte dello stralcio degli interessi.
Si riduce di da oltre 4 milioni a 2 milioni il debito con la società Pallanuoto Messina grazie ad una accordo transattivo con il Credito sportivo, mentre si tenterà la strada della transazione anche per il debito da 12 milinioni con l’Ente Acquedotto Siciliano. C’è poi il progetto per completare la revisione delle rendite catastali che per i bilanci 2017-2019 dovrebbe fruttare 200 mila euro.
AMBITO 2
In questo ambito rientrano le «azioni programmate, con ricadute attese dirette da realizzarsi a breve termine». Vediamo quali sono: si prevedono maggiori entrate grazie alla modifica del regolamento Cosap per l’occupazione suolo pubblico e dunque si attende una stima del Dipartimento Patrimonio. Si conta di chiudere le azioni per il condono edilizio entro il prossimo mese di giugno. Scatterà una verifica a tappeto sui passi carrabili con l’aggiornamento del censimento, verificando dimensioni, caratteristiche costruttive, condizioni d’uso, autorizzazioni. Si proverà a richiedere il rimborso dell’IVA versata dl Comune negli ultimi cinque anni su attività promiscue.
AMBITO 3
In quest’ultimo ambito rientrano le «azioni programmate, con ricadute attese sull’efficienza di gestione dell’Ente e del percorso di riequilibrio finanziario». In questo caso il primo punto è dedicato ad una delle criticità maggiori per Palazzo Zanca: la capacità di riscossione. Così come ha più volte segnalato la Corte dei Conti, il Comune di Messina necessita di interventi importanti, dunque entro giugno il segretario generale dovrà redigere il piano per definire gli interventi strutturali per rendere efficiente il sistema della riscossione. Poi ci sono le transazioni che possono essere rimodulate e infine l’istituzione di una Cabina di regia ai fini del monitoraggio continuo del piano di riequilibrio e degli equilibri finanziari del Comune, composta dall'Assessore al Monitoraggio del Piano di Riequilibrio, dall'Assessore al Bilancio, dal Segretario Generale e Direttore Generale e dal Ragioniere Generale, demandando al Segretario Generale Direttore Generale l'individuazione dei funzionari ai quali, attraverso un Progetto obiettivo, affidare il compito di sollecitare, raccogliere e relazionare, con esame sistematico, lo stato di avanzamento delle misure del piano ed il relativo monitoraggio, con una cadenza mensile.
A due anni dall’approvazione del Piano di riequilibrio ecco dunque il primo vero monitoraggio che fa il punto della situazione e definisce nuove azioni da attuare. Solo il tempo dirà se questa è la strada giusta.
Francesca Stornante