Si continua ad uccidere nel barcellonese. Ieri sera è stato commesso il terzo omicidio nel giro di due mesi, anche questo probabilmente riconducibile alla criminalità organizzata locale. A Montalbano Elicona, è stato assassinato il pastore Nicola Di Stefano, 23 anni, il cui cadavere è stato trovato intorno alle 22 a poca distanza dalla stalla in cui custodiva il gregge. Di Stefano non è uno qualsiasi. Il giovane era figlioccio di Tindaro Calabrese, il boss del clan dei “Mazzarroti” disarticolato negli ultimi mesi dopo il pentimento dei padrini Carmelo Bisognano e Santo Gullo che hanno consentito l’arresto di molti affiliati alle famiglie mafiose della zona. Di Stefano è stato eliminato con una fucilata esplosa in pieno volto da distanza ravvicinata. Il giovane si trovava in un terreno di sua proprietà in contrada Pavarina, lungo la provinciale che conduce a Braidi. Il sicario sapeva che Di Stefano era da solo nel fondo agricolo, lo hanno avvicinato e gli hanno sparato. A dare l’allarme sono stati i familiari non vedendolo rincasare. E’ stato il padre a scoprire il corpo senza vita del ragazzo. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri che hanno avviato le indagini su questo delitto che potrebbe essere legato alla scomoda parentela del pastore. E’ questa la pista privilegiata dagli inquirenti che stanno indagando. Un messaggio inequivocabile lanciato al padrino che si trova rinchiuso al 41 bis nel carcere di L’Aquila. Ma non è esclusa un’altra ipotesi, quella del regolamento di conti fra pastori per questioni di pascolo.