MESSINA – Slitta ad aprile il vaglio preliminare sul caso di Gaetano Puleo, in nostromo morto al Porto di Messina due anni fa. Tre gli indagati: la società armatrice, il comandante della nave Giuseppe Cama e Luigi Genchi, armatore della Elio, la nave che sta attraccando quel tragico giorno al porto storico di Messina.
Omicidio colposo con la violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro la principale ipotesi di reato mosse dal sostituto procuratore Roberto Conte al termine degli accertamenti e per le quali il magistrato ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio. A vagliarle sarà ora il giudice per le indagini preliminari Eugenio Fiorentino, che oggi ha aperto l’udienza dando spazio ad un rinvio tecnico. Le assicurazioni hanno infatti chiesto tempo per verificare la possibilità di una conciliazione risarcitoria. Intanto insieme all’Inail hanno chiesto di comparire come parti civili anche le sigle dei marittimi Anmil e Cosmar. Il giudice deciderà alla prossima udienza.
L’incidente risale al 24 febbraio 2021: il nostromo lavorava in banchina quando è stato “spazzato” dalle funi di ormeggio della Elio, incattivate sotto la murata della nave. In banchina, spiegano gli inquirenti, avrebbero dovuto essere presenti alcuni accorgimenti di sicurezza che invece non c’erano (nella foto, la nave alla banchina qualche ora dopo l’incidente).
La famiglia del nostromo è assistita dagli avvocati Claudio Calabrò e Francesco Rizzo, mentre gli indagati sono difesi dagli avvocati Anna Scarcella, Giovanni Mannuccia ed Enrico Ricevuto.