Ha soltanto 20 anni la ragazza che dopo aver cullato la figlia in grembo per nove mesi, sabato scorso l’ha vista estrarre dal ginecologo senza un filo di fiato, gli occhi chiusi per sempre. Per il caso di questa bimba nata morta al Policlinico di Messina la Procura ha aperto una inchiesta e iscritto nel registro degli indagati 3 medici, tre camici bianchi del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale universitario cittadino. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo e il sostituto procuratore Alessia Giorgianni, titolare del caso, affiderà oggi l’incarico per l’esame medico legale. Il magistrato ha ordinato ai carabinieri della stazione di Gazzi di acquisire le cartelle cliniche relative alle cure prestate alla donna in ospedale.
A dare il via all’indagine è stata la denuncia della ventenne, accompagnata dal marito. La giovane coppia si era presentata al Policlinico lo scorso 3 gennaio perché lei, alla quarantesima settimana di gravidanza, accusava perdite di sangue. I medici l’hanno visitata, rassicurata e rimandata a casa, assicurandole che tutto procedeva regolarmente e che non era ancora il tempo di partorire. L’indomani però la donna è tornata in ospedale, scossa da fortissimi dolori. Stavolta è stata preparata per il parto, ma la piccola è venuta alla luce già morta.
Sulla vicenda c’è la precisazione della direzione del Policlinico, di seguito riportata:
In merito al presunto caso di morte endouterina di un feto avvenuta al policlinico G. Martino il 4 gennaio scorso l’AOU G. Martino precisa quanto segue. Dalla relazione presentata dal direttore dell’UOC di Ginecologia Ostetricia alla Direzione Sanitaria emerge tutto il percorso assistenziale eseguito presso la struttura in ordine temporale: dal 23 dicembre – quando sono iniziati i controlli per il monitoraggio della gravidanza fisiologica a termine (necessari per valutare il benessere del feto) – fino alla giornata dell’evento, il 4 gennaio. In riferimento alle presunte rassicurazioni fornite alla paziente il giorno prima della morte endouterina, si precisa che la paziente è stata tranquillizzata durante tutto il percorso dal momento che gli esami effettuati hanno sempre dimostrato la normalità dei parametri del benessere fetale. Ulteriore rassicurazione è avvenuta anche il 31 dicembre, giorno in cui l’assistita si è recata presso il pronto soccorso ostetrico per alcune perdite; anche in questo caso gli esami hanno dato esito negativo e le è stata fornita indicazione a ripresentarsi il 3 gennaio (giornata per altro già programmata nell’ambito del monitoraggio). Tale quadro clinico ha trovato ulteriore conferma anche il giorno prima dell’evento ( il 3 gennaio appunto), quando sia l’ulteriore tracciato cardiotocografico che l’ecografia – eseguiti in ambulatorio – hanno dimostrato il regolare benessere del feto. Nell’esprimere vicinanza alla famiglia per quanto accaduto, si sottolinea che è in corso una indagine interna e sarà comunque la magistratura ad accertare eventuali responsabilità.