Padre Caminiti: “Il mio approccio alla vicenda dettato esclusivamente dal mio essere sacerdote”

Gent.ma Direttrice,

sono p. Nino Caminiti, parroco della parrocchia SS. Annunziata in Camaro S. Luigi Messina.

Ho letto con grande attenzione le sue riflessioni pubblicate su tempostretto.it in relazione a quanto accaduto venerdì 15 e sabato 16, con riferimento alle vicende legate alla morte del giovane Giuseppe De Francesco.

Condivido pienamente il suo pensiero sul messaggio distorto che il susseguirsi degli eventi possono aver generato. Desidero solo manifestarLe alcune considerazioni strettamente collegate con gli eventi.

Forse una maggiore attenzione sulla mia vita personale e sul mio impegno nei confronti dei bisogni di questa nostra città avrebbe evitato qualche giudizio, a mio avviso, affrettato, come la frase pubblicata che riporto di seguito: Anche la celebrazione nella chiesa di San Luigi, e che don Nino Caminiti ha deciso ugualmente di fare 24 ore dopo il funerale effettivo. È come uno stato dentro lo Stato altre regole dentro le regole”

Il mio approccio alla vicenda è stato dettato esclusivamente dal mio “essere sacerdote”. Quella che si è svolta sabato pomeriggio era la funzione conosciuta da tutti, cattolici e non, come “messa degli otto giorni”, non è stato un “funerale senza bara” come rappresentato nell’articolo.

Anche chi Le scrive si è reso conto della contiguità dei due eventi, come non è sfuggito a Lei. Per questo motivo ho doverosamente informato dell'accavallarsi degli eventi i miei superiori. Altrettanto ho fatto con le Istituzioni preposte al controllo dell'ordine pubblico e non ho ricevuto alcuna manifestazione di perplessità o divieto allo svolgimento della funzione.

Per altro il mio coinvolgimento è avvenuto all'interno della chiesa ed esclusivamente per la durata della funzione da me fissata alle 15,30 di sabato.

Converrà che la frase adoperata “uno Stato dentro lo Stato” ha ingenerato nei lettori sospetti o sentimenti negativi nei confronti di chi ogni giorno combatte in questa realtà difficile del quartiere e tenta di renderlo più vivibile sia spiritualmente sia materialmente.

Mi farebbe piacere ospitarla presso la mia Parrocchia che insiste, in uno di quei quartieri da tutti definiti “periferia degradata”, affinché ci si possa rendere conto dell'opera costante e dell'impegno continuo di tutta la comunità parrocchiale per offrire a tutti, specialmente ai più giovani, un'immagine della vita diversa da quella a cui loro pensano di essere destinati.

Se dovesse ritenerlo utile al miglioramento delle condizioni di vita nella nostra città, sa dove trovarmi.

RinnovandoLe il mio apprezzamento per l'impegno e, me lo lasci dire, il coraggio profuso nella Sua attività la saluto cordialmente.

P. Nino Caminiti

Parroco