La Procura della Repubblica di Castrovillari ha richiesto il rinvio a giudizio per il presidente del consiglio direttivo della società di rafting e dell’istruttore che conduceva il gommone sul quale sedeva Denise Galatà, con altre compagne di classe, la studentessa dell’Istituto Linguistico Giuseppe Rechichi di Polistena che nel corso di una escursione sul fiume Lao, lo scorso 23 maggio durante una gita scolastica, morì per annegamento dopo esser caduta nel torrente.
Il presidente del consiglio direttivo della società di rafting e l’istruttore sono accusati di omicidio colposo, il primo per non aver ottemperato al divieto di introdursi nel fiume Lao previsto dall’apposita ordinanza comunale emessa in attivazione dello stato di allerta meteo, consentendo la discesa che, nel caso specifico, veniva eseguita dall’istruttore (anch’egli accusato per lo stesso reato) che per la difficoltà del corso d’acqua era sprovvisto di una qualifica federale adeguata per la navigazione del fiume Lao considerato il III° grado di difficoltà con passaggi di IV° grado, che oltretutto componeva l’equipaggiamento del gommone condotto in modo inadeguato rispetto alle contingenti condizioni, consentendo la presenza di sole ragazze che, inesperte ed esili, cadevano più volte durante la discesa prima dell’evento fatale per Denise. La stessa guida, tra l’altro, sempre secondo gli inquirenti, trascurava e sottovalutava le criticità non interrompendo la navigazione ed affrontando il tratto critico del Lao, nel quale la ragazza cadeva nel fiume senza più risalire. Il corpo della sfortunata studentessa lo ricordiamo fu ritrovato senza vita il giorno dopo.