Messina – C’è un altro esperto di tutto livello coinvolto negli accertamenti sulle morti sospette e la presenza di batteri rilevati all’ospedale Papardo, dove la magistratura ha sequestrato le due sale operatorie di Cardiochirurgia. Si tratta del professor Cristoforo Pomara, dell’università di Catania, medico legale e tra i massimi esperti del rischio ospedaliero legato soprattutto alla chirurgia. Pomara è stato al centro della cronaca nazionale qualche mese fa per il caso del balletto in sala autopsie, finito in rete.
Il professore è stato incaricato dalla Procura di Messina di partecipare ai nuovi rilievi e le analisi di laboratorio che sono state effettuate in mattinata al Papardo e che, sperano in azienda, possa contribuire al dissequestro delle sale e alla ripresa dell’attività, per evitare il trasferimento dei pazienti. Sarà quindi fondamentale valutare non soltanto se sono state superate le criticità riscontrate dai primi prelievi scientifici, ma soprattutto se si è abbassato il profilo di rischio per i futuri pazienti.
Il professor Pomara si aggiunge quindi all’equipe incaricata dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e le sostitute Anna Maria Arena e Alice Parialò che coordinato l’attività. A lavoro ci sono, tra gli altri, il laboratorio di analisi ChemLab di Catania, i cui esperti sono tornati oggi a Messina, l’infettivologo Placido Mondello e la medico legale Daniela Sapienza. Dopo il primo screening sullo stato delle due sale operatorie, l’indagine mira ora a stabilire se c’è effettiva correlazione tra la situazione riscontrata e le cinque morti accertate, sulle quali si sta indagando.
Intanto oggi pomeriggio la PM Anna Maria Arena attende i vertici dell’ospedale per l’interrogatorio. Dei sei indagati, sono stati convocati proprio i responsabili aziendali, che saranno accompagnati dai difensori, gli avvocati Salvatore Papa, Giovanni Mannuccia e Nunzio Rosso.
Intanto sul caso Papardo nei giorni scorsi è intervenuto con un post sui suoi profili social un altro nome noto, il professor Matteo Bassetti. L’infettivologo dell’ospedale San Martino di Genova diventato volto televisivo nel periodo della pandemia, ha spiegato che, in attesa di avere i risultati delle analisi, si parla di di Ica, ovvero infezioni correlate all’assistenza, che oggi riguarda circa 530 mila pazienti, l’8% di chi viene ricoverato. “L’Italia ha il record europeo di decessi correlati a infezioni ospedaliere e antibiotico-resistenti: 11mila morti l’anno – spiega l’infettivologo – Le Ica provocate da germi multiresistenti agli antibiotici, secondo le ultime stime, sono la causa di 5 milioni di morti a livello globale e- conclude Matteo Bassetti- ne provocheranno quasi 40 milioni nel 2050, che sarà la prima causa di morte al mondo”.