Il futuro della società di trasformazione urbana del Tirone si deciderà in Consiglio comunale. Nelle prossime settimane, il Civico consesso sarà, infatti, chiamato discutere e votare due diverse proposte di delibera, che indicano strade alternative e tra loro inconciliabili: azzerare la società di trasformazione urbana, come se non fosse mai esistita, o procedere alla modifica delle linee guida del piano industriale .
La prima soluzione è quella avanzata dal partito democratico, non esattamente al gran completo, già annunciata settimane addietro in conferenza stampa (vedi articolo correlato). La proposta di delibera in questione , che ha per oggetto la “Revoca in autotutela di atti e delibere sulla Stu Il Tirone Spa” e porta la firma dei consiglieri Calabrò, Gennaro , David, Isaja, Barrile,Sauta, Capillo, Contestabile, Cucinotta, Vaccarino, Barone, è stata depositata negli uffici della presidenza del Consiglio comunale lo scorso 2 aprile. Nelle nove pagine dell’atto deliberativo, gli esponenti del Pd ripercorrono tutto l’iter riguardante la società di trasformazione urbana del Tirone, iniziato nel 2001, passando anche attraverso l’approvazione da parte del Consiglio comunale delle Linee guida del piano industriale, avvenuta ai tempi in cui l’amministrazione era guidata da Genovese. Dopo aver schematizzato i singoli step amministrativi, il documento sottoscritto da Calabrò e colleghi prosegue con una serie di “considerazioni” di tipo normativo, che rappresentano le fondamenta su cui costruiscono la loro posizione, netta ed inequivocabile, che vorrebbero fosse sposata dal Consiglio comunale o almeno dalla maggioranza dei suoi componenti, in modo da consentire l’approvazione della proposta deliberativa . In sostanza, gli esponenti del Pd propongono quanto segue :
Come detto, alla delibera del Pd fa da contraltare la delibera messa a punto direttamente dall’assessore allo sviluppo economico Gianfranco Scoglio , che respinge categoricamente l’ipotesi di annullamento e azzeramento della Stu ma ha capito, forse anche perché pressato dalle mosse del Pd, che qualcosa andava modificato. Questo qualcosa è il piano industriale della società di trasformazione, con una rimodulazione degli interventi, soprattutto quelli più invasivi e per questo contestati da più parti . Il contenuto esatto dell’atto è ancora top secret perchè privo della firma del dirigente al ramo, ma le modifiche alle linee guida saranno quelle che quelle Soglio aveva anticipato solo qualche giorno fa a tempostretto. it (vedi articolo correlato)
Dal progetto sul quartiere Tirone “scompariranno” l’edilizia residenziale privata ed il palazzo da 15 piani destinato ad uffici pubblici, che troveranno probabilmente collocazione in altri terreni comunali e più precisamente in via la Farina e nell’isolato 88 di Viale San Martino. Sarà data priorità al restauro del terzo Ordine dei Francescani, con la realizzazione di 8 botteghe per gli artigiani dell’oro e dell’argento; alla riqualificazione delle scalinate e dell’edificio di S. Maria del Selciato; al restauro del Palazzo degli Elefanti ed alla riqualificazione di Piazza del Popolo. Resteranno nel progetto l’edilizia pubblica, realizzata in modo tale da essere in linea con l’altezza degli edifici circostanti, ed il parcheggio, che sarà ridimensionato rispetto al progetto iniziale.
Sostanzialmente queste le “novità” illustrate ieri mattina da Scoglio nella riunione appositamente convocata a Palazzo Zanca con i capigruppo consiliari, i rappresentanti dell’ordine degli architetti, dell’ordine degli ingegneri e delle Associazioni industriali. A margine del confronto in commissione, l’amministratore delegato della Stu, ing. Franco Cavallaro, ha manifestato l’esigenza di procedere il prima possibile all’approvazione di queste linee guida, al massimo entro giugno, perché si è già perso troppo tempo senza che, in questi anni di polemiche e dibattiti, venisse alla luce un’idea alternativa concreta al progetto redatto dalla società di trasformazione urbana .
Sulle modiche alle linee guida proposte da Scoglio l’ultima parola spetterà al Consiglio comunale, come del resto per l’atto deliberativo presentato dal partito democratico. I quarantacinque consiglieri comunali si trovano dinnanzi ad un bivio, resta da vedere quale strada imboccheranno. (Danila la Torre)