E’ tornata al Museo regionale Maria Accascina la tavoletta double-face di Antonello da Messina che è stata protagonista della mostra che si è appena conclusa al Mart di Rovereto. Insieme al pezzo proveniente dalla città che gli ha dato i natali, altre opere del grande pittore del Quattrocento, come il “Ritratto d’uomo” appena restaurato, proveniente dal Philadelphia Museum of Art, il “Salvator Mundi” della National Gallery di Londra, la “Madonna Benson” custodita nella National Gallery di Washington. La rassegna espositiva, momento più importante dell’attività espositiva del Museo trentino nel 2013, è stata inaugurata il 5 ottobre scorso e resa possibile grazie a preziose collaborazioni con alcune tra le più importanti istituzioni culturali come i musei della Regione Sicilia, la Galleria Borghese di Roma, i Musei Civici di Venezia, la Fundación Colección Thyssen Bornemisza di Madrid, il Philadelphia Museum of Art e il Metropolitan Museum di New York. La mostra ha offerto una ricostruzione ampia della scena storica e geografica dalla quale emerge l’eccezionale individualità di Antonello: un pittore che, a metà del Quattrocento, si fa interprete di un fermento creativo mediterraneo ed europeo incentrato sull’incontro-scontro tra la civiltà fiamminga e quella italiana. La tavoletta double- face che il Museo Regionale di Messina custodisce con l’altro dipinto antonelliano, il Polittico di San Gregorio, è giunto con la scorta durante la scorsa notte e subito riposizionato nel suo allestimento dai tecnici giunti dal Trentino, con il coordinamento della dottoressa Caterina Di Giacomo, direttrice della struttura culturale di viale della Libertà. Proprio in occasione del rientro, ha fatto visita al Museo messinese il professor Salvatore Settis, componente della Commissione per la riforma del Codice Urbani e tra i maggiori sostenitori della salvaguardia del nostro patrimonio culturale. Il professore, che ha ammirato i tesori custoditi al museo messinese, ha commentato la querelle sorta dopo il prolungamento della chiusura del Museo, disposta dall'Assessorato regionale. "Una follìa – ha detto Settis – una conferma che la frammentazione delle competenze a livello locale non funziona. Servono maggiori investimenti da parte dello Stato, l'apparato deve essere potenziato, i musei in particolare devono essere aperti il più possibile". Particolarmente soddisfatta la dottoressa Caterina Di Giacomo, fautrice come il professor Settis del no ai prestiti dei nostri capolavori. Recentemente la sovrintendente si è opposta al prestito di uno dei Caravaggio, ospitati al Museo, all'esposizione in allestimento a Kyoto, ottenendo l'avvallo dell'assessore. Con il ritorno della tavoletta di Antonello, il Museo di Messina ha recuperato i suoi pezzi di maggior attrazione. Un risultato importante per la Di Giacomo, che conta così di riportare la struttura di viale della Libertà nei principali circuiti turistici.