La quindicesima edizione del Rally del Tirreno va in archivio con il dominio della scuderia CST Sport che trionfa con l'quipaggio Pollara – Princiotto, a bordo di una 208 T16 curata dalla I.M. Promotrsport. Il 22enne palermitano di Prizzi ed il 30enne messinese di Librizzi, hanno vinto la gara kermesse con 6 scratch sulle 9 prove in programma, difficili poichè corse in notturna.
In ottava posizione, vincitori del gruppo N, ecco i nisseni Giovanni Lanzalaco ed Antonio Marchica sulla Renault Clio RS. Il figlio D’arte che alla sua terza gara ha centrato l’importante risultato navigato dall’esperto copilota. Il duo nisseno ha preso immediatamente un ottimo ritmo gara, segno della versatilità e della maturità del giovane driver che a fine gara ha ringraziato pubblicamente il copilota, oltre che papà Carmelo e la Scuderia. Top ten completata da Stefano e Salvatore Liotta, secondi di gruppo N e di classe N3 sulla Renault RS.
Altro successo perentorio per la CST Sport quello in classe R2B dove i pattesi Alessandro Scalia ed Angelo Caldarella hanno confermato tutto il loro stile e la perfetta intesa con laPeugeot 208 R2 in una categoria densa di agonismo. Tra le numerose piccole ma impegnative vetture di N1, ha svettato la Peugeot 106 dei messinesi della costa tirrenica Gianluca Di Dio Masala e Fabrizio Mondello che non hanno nascosto la loro soddisfazione sul traguardo per aver centrato un vittoria tanto gratificante quanto faticosa. Sul podio della altrettanto numerosa e combattuta classe fino a 1600 cc del gruppo N on la Peugeot 106 sono saliti sul terzo gradino gli esperti Santi Varvaro e Simone Callisto.
Fuori dai giochi per una toccata nel crono d’apertura i palermitani Totò Riolo e Gianfranco Rappa sulla Skoda Fabia R5, l’equipaggio aveva vinto la gara nel 2017, successo che si era unito a quello del 2008 ottenuto dal pilota di Cerda su Abarth Grande Punto.
Infine Renato La Spada, a bordo della Porsche 911 SC, ha condiviso il terzo posto tra le Autostoriche con l’esperto messinese Roberto Lo Schiavo. Per il gentleman driver doveva essere una gara di coronamento carriera, ma l’entusiasmo scaturito lascia presagire altre esperienze sulla GT di Stoccarda.