Aloisi e Cutè pensava di allontanarsi da Messina, la mattina dopo la sparatoria al m'Ama? Lo sospettano gli investigatori, che hanno acquisito un'altra testimonianza, oltre a quelle raccolte intorno al m'Ama, che inchioderebbero il ventinovenne Gianfranco Aloisi e il ventitreenne Alessandro Cutè al far west scatenatosi nel lido della riviera nord, poche oro dopo l'inizio di sabato 22 luglio scorso.
Un amico di Aloisi ha infatti raccontato ai carabinieri che quella mattina, poche ore dopo il ferimento della trentaquattenne di Briga Marina, Aloisi lo aveva contattato chiedendogli di prenotare una stanza d'albergo per due a Milazzo. Poi però lo aveva ricontattato chiedendo di disdire perché impossibilitato a muoversi. La ragione? "un grosso problema", ha scritto Aloisi in un sms all'amico. Poi ha spento il telefono e si è reso irreperibile.
Il dettaglio emerge dal provvedimento d'arresto emesso oggi dal Giudice per le indagini preliminari Eugenio Fiorentino. Provvedimento col quale il giudice convalida il fermo operato dai carabinieri il 25 luglio, quando i due ragazzi si sono costituiti al Comando provinciale dei Carabinieri, e ne dispone la custodia cautelare in carcere. Ma soprattutto aggrava l'accusa a loro carico: non più lesioni gravi ma tentato omicidio aggravato dai futili moriti e porto d'armi.
"Valuteremo se ricorrere al Tribunale della Libertà in questi giorni", dichiarano i difensori, gli avvocati Franco Rosso e Salvatore Silvestro "soprattutto alla luce dell'aggravamento delle contestazioni operate dal Gip". I due legali hanno tempo fino a lunedì per decidere se chiedere il vaglio del Riesame o meno.
I ragazzi intanto restano in carcere, e continuano a tacere. Contro di loro c'è il motorino utilizzato per la rappresaglia, l'Honda Sh intestato ad Aloisi, le testimonianze dei tanti presenti nel locale, i riscontri sui telefonini e, adesso, anche l'ulteriore elemento offerto dal telefonino dell'amico di Milazzo, che rappresenta un altro pezzo del puzzle. ù
Un puzzle ricomposto dal gip Fiorentino nelle 8 pagine con le quali mantiene in cella i due ragazzi: ovvero la ricostruzione di quelle due ore di fuoco al lido tra i più gettonati della riviera Nord, dove quella sera si teneva una serata a inviti e per questo i buttafuori non hanno voluto fare entrare i due giovani.
"Come fai entrare tutti giusto noi non fai entrare, ora faccio un casino spacco tutto, sono entrati questi quattro scassapagliari che appena gli fai una mossa scappano", così uno dei due avrebbe apostrofato l'uomo della security, secondo il racconto di uno testimoni, raccolto dagli investigatori. I due se ne vanno, dopo aver attirato l'attenzione dei presenti. E' da poco trascorsa l'una e mezza.
Tornano poco dopo le due, sull'Sh guidato da Cutè. Si fermano davanti l'ingresso qualche attimpo poi Aloisi, dietro, estrae la pistola e spara cinque colpi: uno in aria, due ad altezza media, uno in basso infine un altro in aria.
Due colpi feriscono la giovane di Briga Marina che tutto avrebbe pensato, quella sera, tranne che essere coinvolta in una sparatoria e ritrovarsi in ospedale, e che ancora oggi è in prognosi riservata, in ospedale, anche se sembra migliorare.
Alessandra Serio