Arresto convalidato e processo per direttissima rinviato al prossimo 18 settembre. Fino a quel giorno il ragazzo resta ai domiciliari, la ragazza ha soltanto l'obbligo di firma. Sarà il dibattimento, affidato al giudice Massimiliano Micali, a chiarire se i due contestatori bloccati due giorni fa abbiano davvero "aggredito" il vigile urbano o se, come sostengono i ragazzi, difesi dall'avvocato Carmelo Picciotto, l'agente si è fatto male mentre smontava la "tenda della discordia".
E' finita così oggi l'udienza che si è tenuta a Palazzo Piacentini per i due contestatori arrestati dopo i tafferugli di lunedì a piazza Università dove un drappello di giovani dei moventi antagonisti cittadini e simpatizzanti in genere si è opposto al tentativo di sgombero dei vigili urbani. Qualche parola di troppo, qualche strattonata e in poco la tensione è salita, tanto che è servito l'intervento anche di una pattuglia dei carabinieri e alla fine i due giovani sono stati condotti in caserma ed è stata contestata loro anche la lieve lesione all'agente della Municipale, refertato con 7 giorni di prognosi.
Stamattina, mentre nell'aula del Tribunale si celebrava l'udienza, sul piazzale del palazzo una trentina di simpatizzanti ha manifestato, esponendo gli striscioni fino a ieri appesi nell'aiuola dove era stata montata due volte la tenda – prima dalla donna senza tetto che nel frattempo ha trovato ospitalità presso alcuni parenti, poi dagli stessi ragazzi che hanno voluto così sollevare il dibattito sul trattamento sanitario obbligatorio richiesto per la donna in difficoltà, dibattito che ha acceso lo scontro anche in consiglio comunale. Gli stessi giovani ieri hanno ripulito l'aiuola dalle erbacce, e con un comunicato hanno ribadito le ragioni della protesta.
In loro appoggio anche Rifondazione Comunista, che ha risposto in maniera diretta e con forza al consigliere comunale Adamo.
Solidarierà, a titolo personale, anche da parte dell'assessore Daniele Ialacqua. Diplomatico il sindaco Renato Accorinti: "No alle violenze ai Vigili Urbani, da condannare sempre. I ragazzi hanno scelto una forma di protesta per riportare l'attenzione su un tema importante, quello del trattamento sanitario obbligatorio, che peraltro noi non abbiamo fatto. Condivido le loro ragioni, certo va rispettato anche il decoro dei luoghi ma senza alcuna puzza sotto il naso, prima di tutto viene il disagio della donna e di tutte le persone come lei in difficoltà, per le quali facciamo tutto quello che possiamo. Dei senzatetto ci occupiamo quotidianamente, c'è la Casa di Vincenzo aperta a tutti e dove invitiamo tutti i clochard, quotidianamente. Ma non possiamo obbligare quelli che non vogliono venirci".
(Alessandra Serio)