Messina – Escono dal processo gli infermieri inizialmente indagati per la morte di Maria Pia Castrovinci, operata all’utero all’ospedale Papardo di Messina e dimessa la vigilia del Natale 2021. La donna è spirata in auto durante il rientro a casa tra le braccia della nuora, in auto, nella tratta Messina-Torrenova, dove abitava.
In base ai primi accertamenti Maria Pia è morta per uno choc settico non riconosciuto e non curato. Diciassette le persone inizialmente finite sotto la lente della Procura, ovvero tutti i medici e gli infermieri che si sono occupati di lei in particolare tra il 21 e il 24 dicembre. All’udienza preliminare di ieri, però, il quadro è cambiato. Dopo aver effettuato una seconda e più approfondita perizia, infatti, la Procura ha escluso gli infermieri dalle ipotesi di reato, confermando i sospetti per l’operato dei medici.
La nuova imputazione formulata dal sostituto procuratore Roberta La Speme, titolare del fascicolo, fa leva sull’integrazione di perizia effettuata dai dottori Giovanni Andò e Alfonsa Pizzo, incaricati proprio dall’ufficio del pubblico ministero di approfondire e specificare le responsabilità e i ruoli nella vicenda per i singoli indagati.
Le conclusioni dei consulenti sono chiare: tutti i medici che si sono occupati della 61enne malgrado avessero davanti chiari segni di complicazioni non hanno approfondito, disponendo quegli esami di laboratorio che invece vanno effettuati in questi casi, e l’hanno poi dimessa quando non avrebbero dovuto.
Conclusioni condivise dalla Procura, che ha formulato un nuovo capo di imputazione ipotizzando l’omicidio colposo e la condotta omissiva nei confronti di 9 medici, escludendo la posizione degli infermieri e la specializzanda inizialmente avvisati. La giudice per l’udienza preliminare Monia De Francesco, preso atto del nuovo capo di imputazione, ha rinviato ai prossimi 14 e 25 giugno per sentire il pubblico ministero, le parti civili poi i difensori, e decidere se disporre il processo e per quante persone. Tecnicamente per gli infermieri esclusi potrebbe arrivare una sentenza di non luogo a procedere e la loro posizione dovrebbe andare verso l’archiviazione, ma tocca ora al pubblico ministero concludere anche per loro.
A dare il via all’inchiesta è stata la famiglia, assistita dall’avvocato Giuseppe Condipodero Marchetta. I familiari hanno raccontato che la donna lamentava dolori forti già in ospedale, dopo l’operazione di rimozione di utero e ovaie. Dimessa, è spirata in auto sulla A20, all’altezza di Villafranca Tirrena.
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Pietro Ruggeri, Isabella Barone,Antonia Russo, Antonino Gatto, Carlo Autru Ryolo, Francesca Misiti, Dafne Musolino, Ketty Terranova, Nicoletta Milicia, Salvatore Lincon, Ettore Cappuccio, Giuseppe Di Pietro, Ugo Colonna, Adriana La Manna, Simona Arasi, Antonio Giacobello, Roberto Alecci, Giuseppe Walter.