Hanno toccato il cuore degli italiani le parole della canzone del cantautore Tony Canto, recitata da Nino Frassica durante l’ultima edizione del Festival di Sanremo: “A mare si gioca”, una favola che con la purezza degli occhi di un bambino racconta il dramma dell’immigrazione, e ci apre gli occhi sulle atrocità che tutti i giorni ci sfiorano, mentre volgiamo lo sguardo altrove e fingiamo di non vedere.
I numeri delle morti in mare, le immagini dei barconi traboccanti con cui i media costantemente ci bombardano, non fanno più presa su di noi. Sono frammenti infinitesimali in mezzo all’immane moltitudine di notizie che ogni secondo ci scorrono davanti agli occhi. O forse è solo che le releghiamo in un altrove immaginario, nell’universo aspecifico e non ben localizzato del mondo televisivo, così lontano da noi che siamo al di qua dello schermo, comodi e protetti. In fondo è come guardare un film. Eppure, se l’indifferenza è la malattia di un Occidente che si barrica in case piene di finestre e portali che non portano da nessuna parte, la salvezza ci viene ancora una volta, e come sempre da che mondo è mondo, dalla sensibilità degli artisti. Il poeta vede ciò che la moltitudine ignora. Raccoglie la realtà e la rimodella fino a farne un incantesimo, che spacca le barriere e scuote le coscienze.
Domenica 29 Maggio, Nino Frassica e Tony Canto sono stati artefici, per la seconda volta, di questa magia. Quel momento di alta televisione che li ha visti complici al Festival non è rimasto fine a se stesso, ma è stato punto di partenza e motore per un gesto concreto. Così è stata concepito l’evento dal titolo “A mare si gioca e si canta”, prodotto dalla Art Show di Arturo Morano, con il patrocinio del Comune di Messina ed organizzata da BeB Cinematografica di Alberto ed Egidio Bernava: una serata che ha visto tanti artisti Messinesi riuniti sul palco del Palacultura Antonello per una causa comune, chiamare i concittadini a fare la propria parte e a non restare indifferenti di fronte a quello che accade tutti i giorni nel nostro mare. Un momento, quindi, voluto e ideato dagli artisti stessi, pensato come uno svago costruttivo, capace di sfruttare il potere della musica per far passare un messaggio di impegno umanitario.
Ad aprire la serata sono stati i The Plaggers, la band messinese che accompagna i tour di Nino Frassica, che ha fatto sorridere il pubblico con un simpatico medley di successi della musica italiana. Poi i Kunsertu, storico gruppo word music siciliano riunito dopo 20 anni, che ha colorato la sala di seducenti atmosfere balcaniche e coinvolgenti ritmi esotici, conquistato infine la platea con l’esecuzione dell’indimenticabile “Mokarta”. Il richiamo alla plurietnia, componente essenziale ed intima della nostra terra, è stata il fil rouge dell’intero evento, passando per le schitarrate folk di Turé Muschio, alle melodie ibero-romanze di Adele Tirante. Infine è toccato a Tony Canto, che con brani come “Poco poco” sottende, dietro motivi accattivanti, taglienti condanne alla stoltezza dei tempi.
Insomma, una carrellata di talenti nostrani, coinvolti per veicolare il messaggio della campagna "Bambini in alto mare" lanciata dall’associazione umanitaria Ai.Bi – Associazione Amici dei Bambini, che dal 1986 lavora tra Europa dell’Est, Americhe, Africa ed Asia per tutelare i diritti dell’infanzia. Nel corso della serata si sono susseguiti momenti informativi sulle attività dell’associazione, alla quale gli incassi sono stati interamente devoluti, con la testimonianza, oltre che del presidente Marco Griffini, anche di una famiglia direttamente impegnata nell’esperienza dell’affido temporaneo. L’evento, diretto da Salvo La Rosa con il garbo e la professionalità di sempre, si è concluso con l’intervento del sindaco Renato Accorinti e degli assessori Ursino e Santisi, concordi nel sottolineare come un cambiamento reale possa davvero avvenire solo se l’impegno del singolo diventa volontà collettiva.
In chiusura, naturalmente, "A mare si gioca", ancora un momento di commozione che scava dentro come una coltellata, e che lascia in bocca quel gusto amaro, positivo, che è segno che qualcosa si muove e che ci spinge, forse, ad agire.
Laura Giacobbe