Una serata all’insegna del bello e della musica al teatro Jolly di Palermo. Una musica in grado di mettere i brividi agli ascoltatori per le forti emozioni trasmesse e di fare riflettere allo stesso tempo. Lo spettacolo si è aperto con una particolare riflessione del professore Gianni Nanfa, noto comico palermitano, sul tema della risata, una conversazione semiseria dal titolo “Ma Cristo rideva?”.
Poi è venuto il momento della musica, e che musica! Gli artisti dell’ensemble “Da mihi virtutem”, i maestri Guido Maduli al flauto, Luigi Rocca al violino, Cataldo Barreca alla tromba, Caterina Longhitaro al violoncello, Federica Liberto e il maestro Bartolomeo Cosenza al pianoforte; il giovane talentuoso Michele Spadaro al corno, il tenore Domenico Ghegghi, i soprani Stefania Orlando e Giovanna Nuara e i mezzosoprani Lorena Scarlata e Linda Armetta. A dirigerli, il maestro Bartolomeo Cosenza, autore dei testi e delle musiche.
La conduzione della serata è stata affidata alla presentatrice Valentina Scianna. Lo spettacolo ha regalato al pubblico dei momenti magici grazie anche al lavoro dei tecnici e alla splendida acustica di cui gode il teatro (la migliore in tutto il territorio nazionale). La dolcissima melodia del brano “Ninna nanna a Gesù bambino”, eseguita da Lorena Scarlata, è riuscita a commuovere gli spettatori, mostrando il lato tenero della mamma celeste che dopo aver addormentato il piccolo Gesù riflette sul futuro del figlio, fiore e primizia dell’umanità, una piccola creatura destinata a cambiare per sempre le sorti del mondo.
Il finale, eseguito in duetto con la straordinaria Stefania Orlando, è un grido d’amore che riempie la sala del teatro. L’amore puro, inesauribile e incontenibile di una mamma verso il proprio figlio. E’ poi il momento del brano “U cantu dill’amuri”, eseguito dapprima in duetto da Stefania Orlando e Giovanna Nuara e poi dalla magnifica Linda Armetta. Si tratta di un inno all’amore incondizionato dell’autore verso la propria terra. Una terra bellissima, che trasuda arte e cultura da ogni poro, una terra dalle mille contraddizioni che, seppur segnata da atrocità e sofferenze, non si arrende e continua a sperare.
Il brano “La preghiera del disperato”, di cui abbiamo già parlato in passato è stato accolto con un tripudio di elogi ed applausi. Domenico Ghegghi ha interpretato magistralmente il personaggio del disperato, una delle tante persone anonime travolte dalla crisi e che ha deciso di farla finita perché la società ha girato loro le spalle e non ha più la forza di andare avanti e di reggere il pesante fardello che la vita richiede. E poi… quella voce angelica di Giovanna Nuara che salva il disperato dal gesto estremo. Una voce che proviene da dentro il personaggio. Forse la voce della coscienza, l’attaccamento alla vita, la voce di un Dio che mai abbandona e che ribalta la situazione. Ne segue una lotta tutta interiore.