MESSINA – Lillo il marinaio piace ai messinesi. Il personaggio creato da Seacreative, ovvero Fabrizio Sarti, nel 2015, rivivrà. L’intenzione dell’assessora Liana Cannata è quella di trovare un luogo adatto dove l’artista potrà regalare una forma nuova alla sua figura, destinata a sparire con l’imminente demolizione degli ex Magazzini generali. Una distruzione per lasciare spazio all’I-Hub, da costruire. I lavori sono in corso. Al contrario, non si vede quale sia una ragionevole motivazione storica e artistica per lasciare le scritte “Mussolini” nel restaurato palazzo Magaudda di Gino Coppedè.
Un edificio liberty nel cuore del centro storico, tra le vie Cesare Battisti, Garibaldi e Castellammare. E storica sede del Pci, Partito comunista italiano, e poi dei Ds, Democratici di sinistra. Se le scritte avessero avuto un particolare valore, o ci fossero state le classiche frasi dell’epoca stile Credere obbedire combattere, contestualizzando e spiegando in un pannello espositivo gli orrori del fascismo, se ne poteva discutere. Stop ai nostalgici, insomma.
Sganciate dalle intenzioni creative di Coppedè, quelle scritte appaiono estemporanee e prive di alcun senso. Per di più in un territorio dove ancora una parte residuale di popolazione, anche se meno di prima, coltiva nostalgie fasciste. O il mito di un presunto fascismo “buono” rovinato dall’alleanza con il nazismo.
Per tutto questo, e molto altro, diciamo “sì” alla street art e a Lillo il marinaio. E “no” a quella scritta Mussolini, priva di sufficienti giustificazioni di tipo artistico per mantenerla. Allora, Lillo per sempre e “ciao ciao” Duce.