TAORMINA – Seduto sui gradoni della fontana della Centauressa in piazza Duomo. Con fare informale. Ad osservare quel po’ di turismo di prossimità che purtroppo a Taormina non basta. Qui, infatti, se mancano gli stranieri si rischia di naufragare. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha coniugato qualche ora di relax al lavoro, confrontandosi con alcuni operatori della Capitale siciliana del turismo.
Ha varcato porta Catania dopo il tramonto insieme all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e al deputato Pino Galluzzo. “Non vi lasceremo soli” dice il governatore a Carmelo Pintaudi, il presidente dell’Associazione imprenditori di Taormina (Aipt), che chiede di fare qualcosa per la principale località turistica siciliana al fine di farla ripartire. Riaprire non basta. Caro affitti, necessità di liquidità alle imprese del commercio e del turismo, abbattimento degli oneri contributivi e dei costi degli ammortizzatori sociali attraverso una conversione in investimenti sulle ziende. Questi alcuni dei temi posti all’attenzione di Musumeci, che ascolta con attenzione e fa notare che intanto le priorità è uscire dall’emergenza lavorando contestualmente ad uno specifico tavolo che coinvolga Taormina e le Isole Eolie.
La ripartenza nella Perla dello Jonio è lenta, come dimostra l’apertura del 30% delle attività. Si invocano promozioni del territorio, misure concrete per rimettere in moto una macchina complessa, che ha bisogno del turismo straniero. Una grande risorsa che l’emergenza Covid 19 ha trasformato in un grosso limite. Il comparto turistico nella Capitale siciliana di questa industria è in crisi. E con esso quanto vi gira intorno. Compresi i lavoratori stagionali e le rispettive famiglie, molte delle quali già in ginocchio. E questo, purtroppo, è l’effetto collaterale più grave. Non c’è tempo da perdere. Condizione sanitaria permettendo… (Carmelo Caspanello)