Nanni Moretti torna alla Multisala Apollo di Messina per presesentare il suo ultimo film: Tre piani. Dopo aver presentato Santiago, Italia nell’aprile 2019, il regista saluterà il pubblico venerdì 15 ottobre, alle 16:00, all’Auditorium “Fasola” Nanni Moretti parteciperà al dibattito e risponderà alle domande del pubblico dopo la visione del film, in concorso al Festival di Cannes e tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo.
Grande la soddisfazione di Loredana Polizzi, della Multisala Apollo di Messina, per il ritorno di uno dei cineasti più importanti nello scenario internazionale. Al suo tredicesimo film come regista, Moretti si è detto felice che la sua presenza in Sicilia coincida con una riduzione delle restrizioni legate all’emergenza Covid: “Festeggeremo insieme la ritrovata capienza nei cinema al cento per cento”. “Il film è un invito ad aprirsi al mondo esterno che riempie le nostre strade, fuori dalle nostre case. Ora sta a noi non rinchiuderci nuovamente nei nostri tre piani”, sottolinea l’attore, sceneggiatore e regista.
Al suo attivo nove David di Donatello e undici Nastri d’argento, Moretti ha vinto un Leone d’argento – Gran premio della giuria per “Sogni d’oro” (1981), un Orso d’argento – Gran premio della giuria al Festival di Berlino per “La messa è finita” (1986) e ha ottenuto il Prix de la mise en scène per “Caro diario” (1994) e la Palma d’oro per “La stanza del figlio” (2001) al Festival di Cannes.
Scritto dal regista con le sceneggiatrici Federica Pontremoli e Valia Santella, Tre piani è interpretato in una dimensione corale da Riccardo Scamarcio, Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini, Elena Lietti, lo stesso Nanni Moretti, Denise Tantucci, Alessandro Sperduti, Anna Bonaiuti, Paolo Graziosi, Tommaso Ragno, Stefano Dionisi, Francesco Brandi, Gea Dall’Orto. Fotografia di Michele D’Attanasio, montaggio di Clelio Benevento, musiche di Franco Piersanti, con produzione Sacher Film, Fandango, Rai Cinema e Le Pacte e la distribuzione è affidata a 01 Distribution.
Al primo piano di una palazzina vivono Lucio, Sara e la loro bambina di sette anni, Francesca. Nell’appartamento accanto ci sono Giovanna e Renato, che spesso fanno da babysitter alla bambina. Una sera, Renato, a cui è stata affidata Francesca, scompare con la bambina per molte ore. Quando finalmente i due vengono ritrovati, Lucio teme che a sua figlia sia accaduto qualcosa di terribile. La sua paura si trasforma in una vera e propria ossessione.
Al secondo piano vive Monica, alle prese con la prima esperienza di maternità. Suo marito Giorgio è un ingegnere e trascorre lunghi periodi all’estero per lavoro. Monica combatte una silenziosa battaglia contro la solitudine e la paura di diventare un giorno come sua madre, ricoverata in clinica per disturbi mentali. Giorgio capisce che non potrà più allontanarsi da sua moglie e sua figlia. Forse però è troppo tardi.
Dora è una giudice, come suo marito Vittorio. Abitano all’ultimo piano insieme al figlio di vent’anni, Andrea. Una notte il ragazzo, ubriaco, investe e uccide una donna. Sconvolto, chiede ai genitori di fargli evitare il carcere. Vittorio pensa che suo figlio debba essere giudicato e condannato per quello che ha fatto. La tensione tra padre e figlio esplode, fino a creare una frattura definitiva tra i due. Vittorio costringe Dora a una scelta dolorosa: o lui o il figlio.
Note di regia di Nanni Moretti
“Il film “Tre piani”, come il libro di Eshkol Nevo da cui è tratto, racconta le storie di tre famiglie che vivono nello stesso palazzo. Affronta temi universali come la colpa, le conseguenze delle nostre scelte, la giustizia, la responsabilità dell’essere genitori. I personaggi, fragili e spaventati, sono mossi da paure e ossessioni, e spesso finiscono per compiere azioni estreme. Eppure le loro motivazioni emotive e sentimentali sono sempre comprensibili. Mentre nel libro le storie si interrompono nel momento più alto della crisi, nel film era importante farle accadere fino in fondo, indagare le conseguenze delle scelte compiute dai personaggi, vedere le ripercussioni che le loro azioni hanno sulla loro vita e su quella dei loro cari”.
“Ogni storia è stata sviluppata come fosse un film a sé, per poi essere intrecciata alle altre. Il continuo alternarsi da un personaggio all’altro non concede alla narrazione sospensioni o scene di passaggio, ogni scena diventa necessaria. La profondità delle tematiche affrontate nel libro mi ha suggerito uno stile essenziale e un tono asciutto, che non permettono distrazioni o divagazioni”.
“In un momento in cui si parla molto di cosa lasceremo ai nostri figli in termini ecologici, si parla poco di cosa lasceremo loro in termini etici e morali. Ogni gesto che noi compiamo anche nell’intimità delle nostre case ha conseguenze che si ripercuoteranno sulle generazioni future. Di questo ognuno di noi deve essere consapevole e responsabile: le nostre azioni sono quello che noi lasciamo in eredità a chi viene dopo di noi”.
“Questa storia racconta la nostra tendenza a condurre vite isolate, ad alienarci da una comunità che non solo non vediamo più, ma di cui pensiamo anche di poter fare a meno. Eppure le vicende di questi personaggi ci mostrano quanto tutti noi siamo coinvolti nello sforzo comune di sentirci parte di una collettività. Il film è un invito ad aprirsi al mondo esterno che riempie le nostre strade, fuori dalle nostre case. Ora sta a noi non rinchiuderci nuovamente nei nostri tre piani”.