Tempo di auguri a Palazzo Zanca. In attesa di quelli alla città, previsti tra meno di 24 ore, intorno alle 13.45 di oggi il sindaco Renato Accorinti ha incontrato i dipendenti comunali e tracciato con loro un bilancio delle cose fatte dal momento della sua elezione e illustrato i traguardi che la sua amministrazione intende raggiungere in futuro. «Molti mi dicono : dove ti sei ficcato? E A volte me lo chiedo anch’io», ha esordito parlando al personale di Palazzo Zanca, accolto nel Salone delle Bandiere durante la pausa pranzo, il giovedì è uno dei due giorni in cui c’è rientro settimanale.
Nel suo lungo discorso, il primo cittadino non hai mai toccato il tema del pubblico impiego, del rapporto virtuoso che dovrebbe esistere tra i cittadini ed i dipendenti di un ente che eroga servizi per la città e, in nessun passaggio, si è preoccupato di putualizzare che, per funzionare al meglio la macchina burocratico-amministrativa, servono anche dipendenti efficienti. Ma, forse, sapeva di avere dinnanzi a sé solo lavoratori modello…
Le bacchettate non sono manate, invece, per i suoi predecessori e per quella politica marcia che ha portato la città al default.
Battendo le mani contro le pareti ha detto concitato: «Anche loro possono parlare, qui dentro (intendendo dentro il Comune ndr) è stato fatto di tutto per interesse personale e per avvantaggiare gli amici degli amici. Con noi questo non succederà. Potrò anche sbagliare ma mai per interesse personale, solo per il bene comune. Tutto quello che faremo io e la mia giunta non sarà mai per interesse di qualcuno e la legalità sarà il nostro faro».
Ma proprio nel momento più alto dell’interevento di Accorinti hanno fatto irruzione nel Salone delle Bandiere Michele Di Pietro e Nino Corona dell “Associazione Messina Lavora”, per intenderci quella che gestisce il Mercatino di Natale alle spalle del Duomo. In mattinata sono stati sollevati verbali per indebita occupazione di suolo pubblico, alla luce dell’annullamento della Convenzione con cui erano stati affidati gli spazi (vedi correlati). Secondo Di Pietro, il caos nasce per colpa del Comune: «Da 20 giorni, noi siamo massacrati da un vostro funzionario», ha urlato contro il sindaco, che gli ha replicato con altrettanta veemenza: «Non mollerò di un centimetro, la legalità prima di tutto». Se la legalità fosse stata fatta rispettare ab inizio, applicando in maniera corretta il Regolamento, probabilmente tutto questo tutto pandemonio si sarebbe potuto evitare. Di Pietro e Corona sono poi stati fatti accomodare fuori dalla Sale ed il clima è subito tornato disteso.
Accorinti ha potuto riprendere il suo discorso,tornando anche sulla polemica degli ultimi giorni in merito all’assenza di addobbi e luminiarie in città. «Riceviamo critiche anche per queste cose -ha detto il sindaco – ma se le luminarie in dotazione al Comune non sono a norma, cosa avremmo dovuto fare, comprare le luci spendendo soldi pubblici? Abbiamo ritenuto che in questo momento di grave difficoltà fosse più opportuno risparmiare, come farebbero un padre ed una madre famiglia comunicandolo ai propri figli».
Dalla platea solo applausi per Accorinti, che ha esortato:«Dobbiamo fare andare avanti questa città, che a me piace chiamare comunità, e fare il salto di qualità che ci meritiamo. Non dobbiamo più vergognarci di essere messinesi».
Alla fine del suo intervento, il sindaco ha dispensato baci ed abbracci ai dipendenti.(DLT)