A differenza delle pronunce dell’Autorità per la concorrenza, che per lo stesso anno aveva concluso in maniera diametralmente opposta, secondo la Procura di Messina potrebbe esserci stato un cartello di imprese nel servizio di traghettamento nello Stretto di Messina. Per questo motivo gli inquirenti hanno chiuso le indagini sulla gara per l’approdo e chiesto il rinvio a giudizio dei vertici del gruppo Franza già indagati, malgrado sotto il profilo cautelare i provvedimenti non hanno retto.
Gli inquirenti ipotizzano la turbativa d’asta per la gara per la concessione della rada San Francesco, andata anche nel 2013 alla Caronte &Tourist. Coinvolti Vincenzo Franza,Olga Mondello, l’amministratore delegato Antonio Repaci, Agostino, Vincenzo ed Enrico Gallozzi, che ora saranno interrogati dal GIP Mastroeni. Fiducioso il legale, l’avvocato Alberto Gullino: “sono sicuro che sarà accertata l’insussistenza delle ipotesi avanzate”. Adesso la vicenda va al vaglio del giudice per le indagini preliminari.
A sollevare i dubbi della magistratura messinese è stato il fatto che le due società siano compartecipate, o meglio che la compagnia di navigazione messinese controlli quella del gruppo Gallozzi, concorrente nella gara.
A curare l’inchiesta è stata la sezione di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri, coordinati dal Pm Liliana Todaro.
Oltre alla sigla salerintana, la Caronte&Tourist sbaragliò facilmente la piccola azienda reggina dei fratelli Catalano. La compagnia del gruppo Gallozzi, invece, è una grossa realtà imprenditoriale attiva in quasi tutti i continenti, che nel 2010 partecipò alla gara per il porto di Tremestieri e venne sconfitta dalla Terminal Tremestieri.
Come detto, l’Antitrust a più riprese si è occupata di navigazione nello Stretto, avviando una istruttoria anche nell’estate 2013, dopo l’aumento delle tariffe. Istruttoria che si muoveva parallela a quella aperta dall’Autorià Portuale, guidata da De Simone. Entrambe si sono concluse con una certificazione di regolarità della gara.
Parallelamente si era mossa anche la Procura di Messina con una inchiesta penale che prendeva le mosse dalla concessione della rada San Francesco, avvenuta nel 2000, alle compagnie di navigazione. In corso di accertamenti venne anche enucleata l’ipotesi di reato di abuso di posizione dominante sul mercato. L’indagine coinvolgeva i vertici dei gruppi storici della navigazione e le cariche apicali dell’Autorità Portuale.
Il fascicolo venne però archiviato con assoluzione e proscioglimenti per tutti, da tutte le ipotesti di reato. Archiviazione confermata anche in secondo grado.