Basta una frase di Carmelo Bisognano per riassumere il sistemi di gestione degli appalti nel settore dell’eolico:“Chi veniva a lavorare nella loro zona doveva “adattarsi””. Non c’era bisogno di minacciare, tutti sapevano come funzionavano le cose, se volevi lavorare l’unico modo era quello imposto dai boss mafiosi. Non c’erano selezioni da fare per la scelta delle ditte alle quali appaltare i lavori. Ma nell’affare dell’eolico dei parchi “Alcantara e Peloritani” ci sono altri aspetti come l’utilizzazione di materiali scadenti nella costruzione dell’opera e lavorazioni non conformi al progetto. Tutti aspetti che hanno portato alle prime luci dell’alba di oggi all’operazione Zefiro che stamattina ha portato dietro le sbarre cinque persone e tra queste il sindaco di Fondachelli Fantina, il cinquantaseienne Francesco Pettinato. Un quadro inquietante che è stato cristallizzato nell’ordinanza emessa dal gip Maria Teresa Arena su richiesta dei sostituti procuratori della Dda, Fabio D’Anna e Giuseppe Verzera che hanno chiesto e ottenuto di mettere dietro le sbarre per concorso esterno in associazione di tipo mafioso Michele Rotella, 73 anni, conosciuto come il barone e Santi Bonanno, 47 anni. Francesco Pettinato, medico, 56 anni, sindaco di Fondachelli Fantina, Giuseppe Catalano, 59 anni, funzionario comunale e Giuseppe Pettinato, 55 anni, cugino del sindaco e imprenditore, sono indagati per concorso in concussione. Di truffa e altri reati rispondono a vario titolo gli altri 11 indagati: Angelo e Filippo Rotella, soci del padre Michele nella Caroter, Patrizia Intagliata della Cobifur, l’impresa di Bonanno, Carmelo, Santino e Antonino Gulino Angelo Criffò della Elicona Scafi, Andrea Candelora, Luca Capra, Laura Vaccaro e Ricardo Moro Martyn della Ges Spa. Le indagini, avviate dai carabinieri nel 2009 hanno permesso di individuare un sistema illecito di affidamento degli appalti e dei lavori per la realizzazione dell’impianto eolico “Alcantara–Peloritani” che prevedeva la realizzazione di 63 aerogeneratori per una potenza complessiva di 57.6 MW, distribuiti su due lotti.
Nel corso delle indagini gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri hanno così potuto accertare anche l’episodio che ha portato dietro le sbarre il sindaco di Fondachelli Fantina. Come spiegato in conferenza stampa dal comandante provinciale, colonnello Stefano Spagnol e dai sostituti Verzera e D’Anna “il primo cittadino Francesco Pettinato in concorso con Giuseppe Catalano, funzionario comunale dopo l'inizio dei lavori, ha sospeso l’esecuzione degli stessi, ritardando il rilascio delle autorizzazioni relative al loro prosieguo, per costringere la società appaltatrice ad affidare, alla ditta del cugino i lavori per la costruzione di alcune sottostazioni di raccordo elettrico, e far assumere persone da lui segnalate”.