Cronaca

Nell’inferno degli incendi anche cani arsi vivi dalle fiamme

Mai come in questo periodo di diffusione di incendi dovuti alle alte temperature e anche ad atti di piromania tanti animali hanno perso la vita, morendo arsi vivi nei boschi e campagne divorati dal fuoco. Le fiamme oltre alla perdita sconfinata di biodiversità hanno portato con sé un altro dramma: la morte di animali arsi vivi.

Ma il dato più allarmante, parla di cani che non hanno neppure avuto la possibilità di salvarsi dal pericolo, provando a fuggire a liberarsi ,salvarsi dalle fiamme che in questi giorni stanno” Divorando ” Sicilia, Sardegna e tante altre regioni d’Italia perché legati alla catena, una catena che è diventata per loro una trappola mortale. Ma un cane si può tenere legato? Per quanto tempo e quanto deve essere lunga la corda o catena? Cosa prevede la legge? Siamo davanti a un reato? Cerchiamo di fare chiarezza.

Purtroppo in Italia non esiste una legge nazionale che vieti di tenere il miglior amico dell’ uomo legato a corde e catene, e quindi questo, paradossalmente non determina un reato. Purtroppo ancora oggi esistono cani che trascorrono la loro vita legati ad una catena. Osservando i dati a disposizione si scopre che alcune regioni hanno approvato il divieto assoluto di tenere un cane a catena, (Umbria e Campania), mentre altre sono totalmente prive di una regolamentazione (Liguria, Sicilia e Basilicata), mentre altre ancora – Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Abruzzo e Puglia – vietano la catena ma con alcune deroghe, non sempre chiare e ben circostanziate.

L’articolo 16 dal titolo ‘Cani’ pubblicato in Gazzetta ufficiale dà solo delle indicazioni generiche su come dovrebbe vivere il cane in catene. Si legge: deve poter raggiungere la cuccia, l’acqua e il cibo; deve essere sciolto e portato a spasso almeno una volta al giorno; la catena deve avere una lunghezza di almeno 5 metri ed essere munita di un giunto girevole per evitare lo strangolamento; i cani femmina tenute alla catena devono essere sterilizzate.Il punto però è che il cane non può essere felice e stare bene, anche se la catena è lunga 5 metri, perché non poter correre, esplorare etc va contro la sua natura.

Purtroppo in questi giorni i dati ci raccontano la triste fine di tantissimi animali che hanno perso la vita tra le fiamme di boschi e campagne,in un’ estate rovente che ha i colori grigi e rossi del fumo e delle fiamma, ma ancora più terribile si presenta l’ immagine di ciò che resta di cani legati alla catena,carcasse arse vive ,in terreni,casolari ,campagne ,guardiani fedeli e inconsapevoli di padroni che hanno posto una catena al loro collo e soprattutto all’ anima delle povere bestiole. Bane al contrario degli altri animali,questi cani non hanno avuto neppure la possibilità di cercare la salvezza e sono morti nel posto dove sono sempre vissuti ,quel metro di mondo che ” l’uomo” ha scelto per lui . Incontestabile il fatto che un cane non può essere felice legato ad una catena e che nessun essere vivente dovrebbe subire tale violenza.

Da troppo tempo associazioni animaliste e enti per la difesa degli animali chiedono una legge più giusta e umana riguardo la custodia dei nostri 4 zampe.Nel frattempo, aspettando questa legge che tuteli i nostri amici e compagni di vita, non possiamo fare altro che attenzionare i casi più estremi, denunciando alle autorità competenti situazioni di maltrattamenti . In alcuni casi estremi, ci si appella al reato di maltrattamento di animali (articolo 544 del Codice penale) e alla sentenza 10164/2018 della Corte di cassazione, secondo la quale tenere gli animali in catene è incompatibile con la loro natura e provoca gravi sofferenze fisiche e psicologiche, e chi tiene un cane – o altro animale – in catene per un tempo prolungato rischia l’ammenda da 1.000 ai 10.000 euro, ricordando che in Sardegna in Sicilia e in altre regioni a rischio incendi, se quei cani fossero stati liberi, avrebbero avuto il tempo ,la possibilità di scappare.Ricordiamo che se vedete un animale sempre legato o in condizioni che non rispecchiano ciò che abbiamo descritto avete il dovere di segnalare il fatto alle autorità con una denuncia alla questura o ai carabinieri