Un faccia a faccia durissimo, due ore di confronto serrato, nessuna soluzione trovata. E’ servito solo a far salire ancor di più la tensione l’incontro di oggi in Prefettura tra sindacati, lavoratori e i vertici del gruppo Faranda. La vertenza Triscele sembra davvero senza via d’uscita, ormai è davvero scontro aperto tra azienda ed ex dipendenti.
Al termine della riunione è stato amaro il commento di Giovanni Mastroeni, segretario della Flai Cgil: “questo incontro è andato malissimo, adesso si passa alle maniere forti”. Questa volta il gruppo Faranda si è presentato all’incontro convocato dal Prefetto, a differenza di quanto era accaduto lo scorso 15 novembre. La lettera che però era stata recapitata ieri in Prefettura e ai sindacati aveva già fatto pensare al peggio. In buona sostanza il gruppo Faranda non ha mostrato nessun segnale di apertura e di dialogo verso i sindacati e ha ribadito le proprie ragioni che tra l’altro erano state illustrate nel documento di ieri.
I 41 ex lavoratori a questo punto non sanno davvero cosa accadrà. Continuano a sentirsi presi in giro dall’atteggiamento dei proprietari della Triscele perché i patti non erano questi, ripetono anche oggi. Hanno atteso la fine dell’incontro sotto la Prefettura dove oggi avevano spostato il presidio che da oltre una settimana va avanti fuori dai cancelli degli ex stabilimenti di via Bonino.
A quanto pare il gruppo Faranda non è intenzionato a rivedere i suoi progetti. Ottenuto il cambio di destinazione d’uso dell’area di via Bonino, i lavoratori attendevano il piano industriale che avrebbe spostato altrove la produzione di birra e dato loro la possibilità di tornare a lavorare. Ripetono che era questa la condizione essenziale per ottenere il piano. I Faranda però hanno smentito categoricamente, già con la lettera di ieri, precisando che se non prima saranno venduti quei terreni non sarà disponibile alcuna copertura finanziaria per pensare ad un piano industriale. Poi si dovrà provvedere al saldo dei debiti accumulati e solo dopo si potrà avviare un percorso di studio ed elaborazione del piano industriale.
Già nei giorni scorsi sindacati e lavoratori avevano parlato di un vero e proprio stravolgimento degli accordi, l’incontro di oggi è praticamente servito per prendere atto che dal gruppo non c’è nessuna apertura. Oggi pomeriggio nel saloncino della Cgil riunione tra lavoratori e sindacalisti, ci sono anche Cipriano della Cisl e Orlando della Uil, per decidere come continuare la protesta. La certezza è che il 31 dicembre scadrà la cassa integrazione in deroga e di questo passo i 41 ex Triscele resteranno senza lavoro e senza sussidi.
(Francesca Stornante)