Durante la precedente amministrazione, il passaggio della delega alla cultura avvenne tra Giovanni Ardizzone ed il sindaco Giuseppe Buzzanca, che -dopo la scelta dell’esponente centrista di optare per l’Ars e rinunciare al posto in giunta – decise tenerla per sé, aggiungendola alla delega allo sport, alla Protezione civile , alla Polizia municipale, alle Grandi Opere, alle Dismissioni e ad una parte dei Servizi sociali. I due si passarono il testimone informalmente e senza clamori visto che il tutto si consumava all’interno del Palazzo, senza nuovi ingressi esterni; oggi –invece- il sindaco Renato Accorinti ha voluto presentare ufficialmente alla città il sociologo Tonino Perna – calabrese con origini messinesi e docente da molti anni presso l’Ateneo Peloritano – che prende il posto di Sergio Todesco, dimessosi più di mese fa per andare ad assumere l’incarico di direttore della Biblioteca regionale
Nella conferenza stampa – convocata all’ultimo momento dallo Staff di Accorinti e non dall' Ufficio stampa di Palazzo Zanca (fatto non proprio usuale, anzi poco istituzionale) – Accorinti , Todesco e Perna sedevano uno accanto all’altro, proprio a voler sottolineare continuità e collaborazione, princìpi che -è stato più volte ribadito durante l’incontro- rappresenteranno le fondamenta dell’Assessorato alla cultura targato Perna.
«E’un altro giorno importante, il nome di Tonino ci riempie di gioia per il bene di questa città . Come vedete, Sergio ci ha lasciato ma in realtà è ancora con noi, continua a collaborare come aveva promesso», ha esordito Accorinti col solito entusiasmo – e per la verità,-in molti passaggi, anche con le stesse identiche frasi – con cui avviato tutte le conferenze stampa da giugno ad oggi. Un eloquio dirompente quello del sindaco, che ad un certo punto ha costretto il neo assessore Perna ad interromperlo garbatamente per prendere la parola e spiegare: «Questa nomina mi è giunta inaspettata e mai avrei pensato ad una cosa del genere. Ho detto no alla prima giunta Falcomatà, ma è la prima volta che un reggino viene chiamato a Messina, un fatto troppo importante: è come se il sindaco Renzi avesse chiamato in giunta un pisano». Ed è stata proprio l’idea di questo ponte culturale tra Messina e Reggio Calabria a far crollare tutte le sue riserve a fargli accettare questo incarico, per il quale – come lo stesso Perna ha ammesso- Accorinti ha dovuto insistere e non poco. «Non avevo questa aspirazione – ha confessato candidamente il neo assessore- avrei preferito lavorare da fuori e non da dentro, ma Renato mi ha convinto quando mi ha detto che la presenza di un calabrese era necessaria per abbattere il muro di incomunicabilità tra le due sponde dello Stretto».
La sinergia tra le due città dirimpettaie sarà il faro che illuminerà l’attività da assessore del professore Perna. «Se Reggio e Messina si mettono insieme diventano la prima città del Sud dopo Napoli» ha dichiarato e , pensando all’area Metropolitana dello Stretto, ha aggiunto: «Per costruire la città del futuro dobbiamo puntare sulla cultura, sulle relazioni sociali ed economiche, che vengono prima dell’aspetto giuridico». A proposito di relazioni economiche, ha detto chiaramente di volere riproporre quello che in fondo è il suo cavallo di battaglia, il progetto sulla moneta locale (vedi correlato): «oggi ci sono le condizioni, non è scandaloso pensarci, lo stanno facendo anche a Londra».
Se parlando di intesa interurbana tra Reggio e Messina, il professore Perna ha dimostrato di avere le idee chiarissime, altrettanto non si può dire in merito ai programmi concreti che intende portare avanti nel settore della cultura: «Devo vedere e devo capire, di certo so che porterò avanti quanto già fatto da Sergio Todesco ». Piuttosto fredda la reazione alla domanda sulla “Notte della Cultura, inventata da Ardizzone nel 2010 e non troppo amata neanche da Accorinti, che vorrebbe 365 giorni dedicati alla cultura e non una sola notte. «Devo capire se ha avuto un impatto positivo. Ad esempio non condivido l’iniziativa -adottata da molte città- della “Notte Bianca”, che spesso si trasforma in un evento di puro consumismo».
Riservandosi di capire meglio come ha funzionato in questi anni la “Notte della cultua”, quel che il professore ha già compreso benissimo è che le risorse finanziarie scarseggiano al Comune e che quindi è inutile fare troppi voli pindarici: « Con questi chiari di luna finanziari– ha detto- ci vorrà molta fantasia, spero comunque di avere la collaborazione dei dipendenti comunali».
Tuttavia, a confortarlo ad incoraggiarlo in questo percorso tutt’altro che facile è anche la consapevolezza di avere vicino a sé 7 colleghi assessori di «altissima qualità», scelti –ha spiegato – senza dover cedere al “ricatto” dei partiti, che è ciò che accade quando a vincere è una colazione. Ad ascoltare queste sue parole di elogio c’erano quasi tutti gli assessori della giunta Accorinti (De Cola, Cacciola, Cucinotta, Mantineo), mancavano solo Signorino, impegnato in Commissione Bilancio per dirimere la questione Tares, e la collega del Dipartimento di Sociologia economica dell’Università di Messina, Panarello.
Le parole di Perna hanno peraltro rappresentato un assist perfetto per l’ex assessore Todesco, il quale si è detto convinto che, grazie a questa giunta, «Messina stia vivendo una “primavera” straordinaria, di cui gli storici parleranno in futuro».
Il momento di poesia e di “autocelebrazione” è stato purtroppo interrotto dall’intervento di un orchestrale del Teatro Vittorio Emanuele, che ha chiesto più attenzione da parte di questa amministrazione per il teatro della città. Accorinti ha ascoltato e promesso il suo massimo impegno, ma ha rinviato il discorso sul Vittorio Emanuele ad altra sede. Oggi bisognava solo inneggiare «ad un altro momento storico per la città». (Danila La Torre)