servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – Quella di Nino Sturniolo è la storia di una grossa caduta e di lenta una risalita. La botta in testa dopo il volo dall’albero del “Pagghiaru”, la vita che è cambiata a partire da quel maledetto 6 gennaio del 2015. Tutto è successo nell’arco di pochi minuti nel giorno dell’Epifania, in cui il villaggio di Bordonaro porta in piazza ogni anno questa tradizione secolare.
Nino era poco più che ventenne e sin da bambino sognava di scalare l’albero della cuccagna e vincere la sfida più attesa dagli abitanti del paese. Era quasi riuscito ad arrivare in cima, ma poi per disgrazia un colpo gli ha fatto perdere l’equilibrio e così si è schiantato sull’asfalto. Un volo di circa 9 metri, il buio, gli attimi di panico fra la folla, la manifestazione che si interrompe, la corsa in ospedale. Trauma cranico, polso rotto e frattura di alcune vertebre.
Da allora la sua vita è cambiata, nella sua testa c’è un focolaio e di tanto in tanto arrivano le crisi epilettiche. Ecco perché insieme al medico ha deciso di utilizzare un caschetto come forma di protezione. “Non me ne vergogno, ne ho pure fatto fare uno a colori perché è così che va presa la vita”, e mentre lo racconta ci fa vedere i suoi capelli rossi e blu. “Guardando il mio taglio e i tatuaggi in tanti pensano che io sia un delinquente, ma non mi interessa. Dopo quello che mi è successo voglio prendere la vita così e fare ciò che mi fa stare bene”, racconta Nino.
Questa sua forma di disabilità gli ha fatto perdere degli amici, che per paura o vergogna si sono allontanati. Anche il lavoro non è stato facile trovarlo e poi mantenerlo: “In passato in seguito ad un episodio di crisi epilettica non si sono più voluti prendere la responsabilità”, racconta Nino, che ancora oggi aspetta la sua occasione per riscattarsi nel mondo del lavoro.
Ciò che non ha mai perso, per fortuna, è l’affetto dei suoi cari, la voglia di costruire una famiglia e la sua casa in campagna. Ora è li che trascorre le sue mattinate, a coltivare la terra, raccogliere le uova fresche e curare i suoi animali. Galline, caprette, cani e gatti, che lui definisce la sua seconda famiglia.