MESSINA – “Ambiente, risparmio energetico, stili di vita sostenibili”. Un convegno organizzato dal Gruppo territoriale di Messina del Movimento 5 Stelle nella sala ovale del Comune di Messina. Oltre a ribadire il no agli inceneritori in Sicilia e la necessità di puntare sulle comunità energetiche, sono stati sviscerati più temi ambientali e dei rifiuti, con attenzione alla sostenibilità. Il tutto in occasione della Giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, in cui il 16 febbraio si ricorda l’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto.
L’incontro è stato moderato dalla giornalista Carmen Di Per. Ad introdurre i lavori, Marco Oriolesi, collaboratore parlamentare, che ha ringraziato la deputata Angela Raffa per il sostegno all’organizzazione. Oriolesi ha evidenziato come siano necessari eventi simili, per far luce sulle fake che quotidianamente circolano sui temi ambientali.
Nei saluti iniziali, il capogruppo M5S all’Ars, Antonio De Luca, ha sottolineato come “la tutela
dell’ambiente sia da sempre uno dei temi principali del Movimento. Ma siamo in un momento difficile, in cui la Regione e il governo hanno pensato bene di utilizzare gli 800 milioni di euro disponibili per diminuire il gap tra Sicilia e resto d’Italia, costruendo gli inceneritori in Sicilia”.
La coordinatrice provinciale del M5S Cristina Cannistrà, già capogruppo del Consiglio comunale di Messina, ha ricordato come, grazie ad una mozione d’indirizzo del Movimento, sia stata istituita la delega assessoriale della Transizione ecologica, nonché approvata la promozione dell’Autoconsumo collettivo e delle Comunità energetiche.
Il rappresentante del Gruppo territoriale M5S di Messina, Francesco Pagano, ha annunciato di voler
programmare incontri di interesse pubblico, proprio come questo: “E quale tematica è più fondamentale dell’ambiente? Un settore in cui Messina è sempre stata pioniera nella ricerca”.
L’avvocato Giampiero Trizzino, già deputato e presidente della IV commissione “Territorio ed Ambiente” all’Ars, ha fatto un excursus sulle leggi ambientali europee per passare, poi, alla realtà siciliana. Si è soffermato sulla questione rifiuti. “Il nodo centrale – ha dichiarato – resta l’inceneritore, che continua ad essere menzionato come soluzione strategica per una gestione virtuosa. Questo non solo mal si coniuga con gli obiettivi della sostenibilità ma, peggio, non risponde affatto al criterio Dnsh (Do no significant harm, ovvero senza danno significativo all’ambiente, n.d.r.), che fa perdere l’opportunità alla Sicilia di avvalersi dei fondi Pnrr”.
Molto critico anche sul commissariamento, che non sarebbe giustificato da un’emergenza sanitaria e
ambientale, come richiesto. In disaccordo anche sui nuovi provvedimenti in materia di urbanistica, in
particolare sulla sanatoria per le case abusive costruite entro i 150 metri dalla battigia.
Un altro apporto è stato quello dell’ingegnere Cristoforo Sapienza, esperto indipendente in gestione
dell’energia, che ha parlato del Green Deal, il piano europeo che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni
di gas serra del 55% entro il 2030. Dati alla mano, ha sostenuto che l’Italia non è pronta alla transizione energetica, per le percentuali previste del 65% di energia rinnovabile e del 31% per i trasporti.
Il deputato Luciano Cantone, segretario della IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni
della Camera dei Deputati e componente della Delegazione parlamentare Nato, ha fatto il punto
su quanto è stato realizzato dai governi Conte. “Ho depositato una proposta di legge – ha annunciato Cantone – per le Comunità energetiche anche per nelle infrastrutture aeroportuali. Potremmo essere i primi e dare un forte segnale all’Europa”.
E ha aggiunto: “Le comunità energetiche, volute dal governo Conte, sono uno strumento che se attuato, ci potrebbe liberare dalle importazioni di gas e di energia nucleare”. Sulla questione dei rifiuti, secondo Cantone, più che pensare agli inceneritori, “bisogna adesso lavorare molto sulla riduzione della produzione dei rifiuti”. “È necessario un piano di lunga durata – ha concluso – anche se in Italia non siamo abituati a programmare”.