Politica

“No al ponte”, presidio messinese a piazza Lo Sardo

MESSINA – “La Cgil sarà nuovamente in piazza a Messina con il popolo no Ponte. In piazza per confermare la netta contrarietà a una infrastruttura la cui progettazione continua a essere lacunosa e omissiva, senza certezza alcuna sui costi finali e dannosa sotto ogni punto di vista, sociale, ambientale e paesaggistica”. A dichiararlo è il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo. L’appuntamento è a piazza Lo Sardo sabato 14 dicembre, dalle 10, con un presidio no ponte.

Per il dirigente sindacale “dopo le innumerevoli forzature del governo, con il mancato rispetto della norma per il dibattito pubblico, di quella europea sui bandi di gara e di quella per la procedura per la redazione del progetto esecutivo, e dopo la grave ambiguità sul tema dei pareri, a cominciare da quello dell’Ingv, ora siamo al gioco delle tre carte. Si finanzia questa opera inutile con uno stanziamento mai visto sinora – oltre 14 miliardi di euro – e allo stesso tempo si definanziano progetti per un importo di 7 miliardi ascritti al Fondo di coesione sociale per altre infrastrutture del Sud”.

“Diciamo no al ponte e a un sud sempre più povero”

“Questo – spiega Gesmundo – è ciò che ha deciso il Cipess nella seduta del 29 novembre, cancellando importanti opere di ammodernamento delle infrastrutture del Sud, fra le quali, solo a titolo di esempio, il collegamento fra la stazione di Afragola e Napoli, le connessioni stradali ad Agropoli, il nuovo nodo ferroviario di Bari, ‘la seconda macro fase’ della ferrovia Catania-Palermo, il secondo tronco dell’autostrada Siracusa-Gela-Ragusa e, per aggiungere ridicolo al ridicolo, ben tredici interventi sulle infrastrutture idriche siciliane, dalle dighe agli invasi della Regione fino all’ammodernamento della rete di acqua potabile di Trapani”.

“Più che una grande opera – conclude il segretario confederale della Cgil – la vicenda del ponte sullo Stretto sembra sempre più un grande gioco di prestigio nel quale comunque, alla fine, ci sarà solo un perdente: il Sud del Paese, che si ritroverà più povero, con meno infrastrutture e con una ancor più scarsa capacità di attrarre quegli investimenti necessari per il rilancio del suo sistema industriale e produttivo. Per questo la mobilitazione non si fermerà, e se non ci saranno passi indietro del governo, il prossimo appuntamento sarà a Roma, davanti al ministero delle Infrastrutture”.

Il presidio a piazza Lo Sardo

Sottolinea a sua volta il coordinamento no ponte: “La mobilitazione è aperta a tutta la città e sono stati invitati a partecipare i sindaci dei Comuni direttamente interessati. Dopo l’importante e riuscita iniziativa del 15 novembre a Roma si prosegue con la battaglia di un movimento e di un popolo che vuole utilizzare i soldi previsti per l’ipotetica costruzione del ponte per finanziare, invece, le tante opere prioritarie di cui hanno bisogno i nostri territori. Il presidio per ribadire ancora una volta le ragioni che ci spingono ad opporci a questa inutile opera, per tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e informare la cittadinanza rispetto alle dinamiche poco chiare che stanno accompagnando le azioni preliminari. E per puntare ancora l’attenzione su quelle opere che avrebbero, al contrario, un impatto positivo sulla qualità della vita e del lavoro delle persone”.