Politica

“No al ponte sullo Stretto, la lotta continua da Roma”

MESSINA – Ponte sullo Stretto. C’è chi dice no e lo ribadirà in conferenza stampa a Roma. Associazioni e partiti, dopo il via libera della Commissione tecnica di valutazione dell’impatto ambientale, intendono continuare la mobilitazione. Così, venerdì 15 novembre si terrà, nella sala Capranichetta dell’Hotel nazionale Montecitorio, la conferenza stampa “No al ponte sullo Stretto”. Tanti i promotori: Anpi, Arci, Cgil Messina, Cgil Reggio Calabria, Cgil Calabria, Cgil nazionale, Cgil Sicilia, Greenpeace, Invece del Ponte, Italia Nostra Messina, Legambiente, Libera, Movimento 5 Stelle, No Ponte-Capo Peloro, Partito democratico, Rete degli studenti medi, Sbilanciamoci, Sinistra Italiana, Titengostretto, Verdi, Udu, Uisp e Wwf. L’appuntamento è alle ore 14 in Piazza Montecitorio 131.

Si legge in un documento: “Nel corso dell’iniziativa, le organizzazioni e i partiti promotori presenteranno alla stampa un documento e renderanno note le prossime tappe della mobilitazione contro un’opera ritenuta inutile, dannosa e costosa. Il tutto anche in ragione delle continue forzature operate dal governo e dal Mit (ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) in dispregio della legislazione sugli appalti pubblici, della normativa inerente la valutazione ambientale e del pericolo, evidenziato dalla stessa Ispra, di realizzare il ponte su una faglia attiva“.

Da Conte a Bonelli e Fratoianni alla conferenza stampa

Parteciperanno, tra gli altri, Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs; il presidente del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte; Annalisa Corrado, deputata del Parlamento europeo e componente della Segreteria nazionale del Partito democratico; Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana; il segretario confederale della Cgil nazionale Pino Gesmundo. Interverranno inoltre i presidenti delle associazioni aderenti all’appello.

→ Per aderire al percorso di mobilitazione si può scrivere a noponte@cgil.it

No Ponte Capo Peloro: “La partita non è finita”

Ecco la nota del comitato No ponte Capo Peloro: “Se c’è chi pensa che dopo il parere della commissione Via Vas la partita sia finita e si possano aprire i cantieri ha fatto male i suoi conti. La decisione della Commissione di Valutazione d’impatto ambientale ci lascia sgomenti e ci domandiamo a cosa sia servito inserire la tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali della Costituzione italiana se poi si esprime parere favorevole a un’opera ciclopica come il ponte sullo Stretto che impatta pesantemente su territori fragili e ultra vincolati come quelli che si affacciano sullo Stretto di Messina”.

“Un sì al ponte e 60 però”

E ancora: “Con un “sì e 60 però” la Commissione dà l’impressione di chi non ha avuto il coraggio di dire no all’opera di regime e ha però poi cercato di recuperare il suo ruolo tecnico scientifico con 60 prescrizioni di peso”.
Continua No ponte Capo Peloro: “Attendiamo comunque di leggere il parere integrale e le 60 prescrizioni, ma le cose che da subito ci colpiscono sono tre:
1) Si parla di 60 prescrizioni da osservare “per lo più” nella presentazione del progetto esecutivo. Cosa significa “per lo più”? Che alcune sono da osservare subito prima di presentare il progetto definitivo? E che tempi ci saranno?
2) Si legge sulle note stampa che tra le prescrizioni vi sia l’innalzamento del ponte. Quando l’altezza delle torri passò dai circa 387 metri a 399 metri, fu necessario prevedere l’allungamento dei cavi, lo spostamento dei blocchi d’ancoraggio, la modifica strutturale del ponte. Ma quindi bisognerà modificare il progetto? E a questo punto non bisognerà rifare la procedura di valutazione d’impatto ambientale? (Su questo punto ha risposto la società Stretto di Messina: “La notizia secondo cui, tra le prescrizioni, ci sarebbe un aumento del franco navigabile è destituita di ogni fondamento”, n.d.r.).
3) Da chi era costituito il gruppo di lavoro istruttorio della pratica Ponte? Secondo indiscrezioni di stampa era costituito da soggetti di chiara militanza nel centrodestra, alterando così la terzietà della commissione. E quanto peso ha avuto nella decisione finale l’inserimento dei 12 nuovi componenti la commissione a pochi giorni dalla decisione?”.

“No al nuovo Vajont e si possono aprire nuovi contenziosi”

Conclude il comitato: “Riteniamo che ci sia materiale sufficiente per aprire nuovi contenziosi tecnici e legali. Come Noponte Capo Peloro, continuiamo la nostra lotta sui territori e dichiariamo da subito lo stato d’agitazione quotidiano e permanente fino a quando questa minaccia non sarà definitivamente allontanata dall’area dello Stretto di Messina. Intanto venerdì 15 novembre saremo a Roma con una nutrita rappresentanza del comitato per esporre in conferenza stampa il nostro no deciso al nuovo Vajont”.

Hanno intanto aderito all’inziativa a Roma: Associazione Mediterranea per la Natura (Man); Elisa Bonacini (Phd); Tomaso Montanari (Università per Stranieri di Siena); Simona Bensi; La strada – Reggio Calabria; Silvia Giandoriggio (Possibile Reggio Calabria); Palmira Mancuso (coordinatrice regionale Più Europa); Trinacria; Fp Cgil Sicilia; Ampa venticinqueaprile.

Invece del ponte: “Sotto la propaganda nulla e il progetto è da rifare”

Nel frattempo, interviene pure il comitato “Invece del ponte”: “Come da copione, i componenti la Commissione Via avrebbero dato l’atteso parere favorevole, farcito da circa 60 prescrizioni, da ottemperare “in gran parte” nel progetto esecutivo (ossia: “in parte” prima dell’approvazione del definitivo, perché quanto fatto finora non è adeguato). Siamo in attesa di leggerlo, questo parere, ma chissà perché, ancora nessuna traccia ufficiale del lavoro svolto e delle decisioni assunte”.
Continua il comiato: “Dai lanci di agenzie comunque nulla di sorprendente, sembra che siano rimaste in piedi inosservanze e lacune. E attendiamo di vedere cosa è detto a proposito della faglia sotto il pilone. Certo, se così fosse, la Commissione avrebbe dovuto respingerlo questo progetto, ma magari è troppo difficile, freschi di nomina, scontentare i nominatori, soprattutto se questo vuol dire che il gioco è finito. Anche se già, qualora le prescrizioni “strutturali” dovessero essere imposte prima dell’approvazione del definitivo, addio Cipess a dicembre e inizio lavori entro l’anno”.

Ed ecco le conclusioni: “Tranquilli, gli squilli di tromba di Salvini e peones continueranno ugualmente. Come sempre, sotto la propaganda niente. Anzi, tanto fumo negli occhi per nascondere l’evidenza: che il progetto del 2011 non è “ripescabile”. Ed è da rifare. Ma se il progetto è da rifare, frana l’accordo tra il governo e WeBuild perché va fatta una nuova gara. Chi vivrà, vedrà! E vedremo anche le carte, appena rese pubbliche”.