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“No allo smantellamento del Don Bosco, non perdiamo la tradizione salesiana”

Dalla dottoressa Alfonsa Pizzo riceviamo e pubblichiamo questa lettera. E abbiamo chiesto a rappresentanti della Curia se intendono spiegare le loro ragioni o precisare alcuni aspetti. In realtà, la scelta di abbandonare alcune realtà a Messina e in Sicilia, compreso il “Don Bosco”, è riconducibile ai salesiani, per mancanza di vocazioni, e non alla Curia. Ma siamo aperti a eventuali delucidazioni. Si tratta di una scelta della Madre superiore Don Bosco di Maria Ausiliatrice e diventa obbligato anche mettere in affitto i locali.

“Non perdiamo la tradizione salesiana”

Chi deve occuparsi della educazione all’affettività dei giovani? Passato l’entusiasmo delle piazze piene di gente che manifestava contro la violenza di genere, piazze vuote di referenti politici o istituzionali, impegnati come sempre a litigare per le poltrone alle prossime elezioni, resta nella mente e nel cuore di coloro che davvero hanno a cuore la costruzione di un futuro diverso solo il grande discorso di Gino Cecchettini, che ha parlato di amore e non di odio, e di necessità di convogliare tutte le risorse disponibili per creare una generazione inclusiva e libera dai vecchi pregiudizi patriarcali.

I politici continuano a litigare sui nomi di personaggi che dovrebbero guidare il cambiamento nelle scuole e nel silenzio generale a Messina si assiste impotenti alla distruzione programmata di quei presidi che per vocazione hanno sempre insegnato ai ragazzi i buoni sentimenti. Mi riferisco alle scuole dei salesiani, vanto della nostra città e punto di riferimento per tuti coloro che da moltissimi anni sono cresciuti in quelle scuole e vi hanno mandato i figli e i nipoti.

“La chiesa ci ripensi”

Prima è stato dismesso il “San Luigi” e poi il “Domenico Savio”, nel quale c’erano non solo scuole ma anche l’oratorio e vari Centri di ascolto. Cito quello del salesiano don Umberto Romeo, che accoglieva e dava conforto a coloro che, per qualsiasi problema o difficoltà, rischiavano di perdere la propria vita o avevano intrapreso una strada sbagliata. Altrettanto importanti e seguiti i corsi di preparazione al matrimonio.

In questo ultimo anno si sta “distruggendo un altro storico e importante Centro salesiano: mi riferisco all’Istituto “Don Bosco” in via Brescia. Tutti coloro che lo hanno frequentato, genitori e alunni, sanno perfettamente che nelle aule dei licei , della scuola media e elementare si respirava non solo cultura ma valori umani  importanti per tutti e non solo per i cattolici

Già dall’asilo i bambini imparavano la vera affettività, l’inclusione dei differenti da sé, e imparavano a vivere da uomini onesti, rispettosi di tutti e di tutte le religioni o ideologie politiche. Abbiamo imparato tutti i valori veri, abbiamo ricevuto quella educazione ai sentimenti di cui tanto si parla, a volte solo per compiacere ma senza convinzione. E la Curia che fa? (In realtà, dipende dai salesiani, n.d.r.). Lo dismette perché ci sono pochi alunni.

È una scusa discutibile dal momento che il calo demografico ha ridotto gli alunni in tutte le scuole d’Italia. Se la povertà degli alunni “paganti” creava delle difficoltà gestionali, perché la Curia non è intervenuta e non intende intervenire con i fondi enormi che ha a disposizione la Chiesa Cattolica. Quei fondi che dovrebbero essere usati per il popolo di Dio, così come urla da sempre il nostro Papa, e non per arricchire le varie consorterie che di cattolico hanno solo il nome?

Mentre la nostra città è illuminata dalle luci natalizie, io spero ancora che la luce del Bambino tocchi il cuore di coloro che sono stati responsabili della dismissione del “Domenico Savio”, per evitare che dismettano anche il “Don Bosco”. La Luce viene per chi sa vederla e accoglierla nel cuore.

Da parte mia, invito tutti quelli che, come me, hanno imparato a diventare grandi tra i salesiani e le salesiane di Messina ad alzare la voce, a fare rumore, ora, oggi. Poi sarà troppo tardi per recriminare e versare ipocrite lacrime di coccodrillo.

Alfonsa Pizzo