Rifiuti all’Amam e stop definitivo a Messinambiente e Ato3. La strada era stata già tracciata lo scorso 31 marzo, quando la giunta Accorinti siglò l’atto sulla riorganizzazione delle partecipate e dunque dei servizi essenziali gestite da queste società. E nonostante siano ancora parecchie le perplessità, a Palazzo Zanca non ci sono più dubbi e l’unico interrogativo rimasto in piedi è quello legato alla tempistica. Difficile credere che si rispetterà il termine del 30 giugno, molto più probabile che si ricorrerà a delle proroghe che in via emergenziale consentiranno la prosecuzione dei servizi. Se n’è parlato anche nei giorni scorsi a Palazzo Zanca, durante un nuovo incontro tra l’assessore Daniele Ialacqua e i sindacati (VEDI QUI). Da discutere c’è il passaggio dell’esercito di lavoratori di Messinambiente e Ato3 che dovranno approdare all’Amam. Ci sono i patrimoni delle due società, mezzi e attrezzature che l’Amam acquisirà per espletare i nuovi servizi. E poi ci sono i nuovi contratti di servizio da approvare che definiscono nel dettaglio i rapporti tra Comune e società che si occupa di erogare due dei principali servizi pubblici, acque e rifiuti. Ci vorrà tempo per mettere al proprio posto tutti questi tasselli, la giunta Accorinti ha compiuto il primo passo approvando nei giorni scorsi la delibera che di fatto dà il via a questo iter, ma il percorso sarà tutt’altro che breve.
In vista di questo passaggio di Messinambiente e Ato3 all’Amam un ruolo decisivo lo avrà il Consiglio comunale, chiamato a dire la sua su questa operazione che, nelle intenzioni dell’amministrazione, rappresenta l’anticipazione della Multiservizi. Tra i consiglieri comunali però gli interrogativi sono tanti. A dire la sua è il consigliere Udc Libero Gioveni che tira nuovamente in ballo i famosi “superminimi”, quei premi ad personam che 20 dipendenti di Messinambiente e Ato3 intascano puntualmente. Gioveni si interroga sul mantenimento di queste somme aggiuntive allo stipendio che certamente, in un periodo di "vacche magre" e alla vigilia della fase di recapito ai cittadini della nuova e gravosa Tari 2015, non può che tornare d'attualità sull'opportunità o meno di mantenerle.
“Dai prospetti che avevo ricevuto durante la mia attività ispettiva sulla vicenda – ricorda Gioveni – era emerso che 14 dipendenti di Messinambiente percepiscono un totale di 105.275,52 euro oltre ai loro stipendi, e fra questi un dirigente intasca ben 27.337,24 euro (quindi un "surplus" di 2.278 euro al mese, mentre un altro ancora 17.799,46 euro.
Inoltre – prosegue il consigliere – analizzando i livelli stipendiali, ciò che colpiva era anche il fatto che fra i 14 dipendenti vi sono anche un 2° e 3° livello a cui vengono erogati complessivamente più di 1.800 euro. Fra i dipendenti di Ato3, invece, 6 di loro incassano un totale di 25.200 euro all'anno, sempre in aggiunta ai loro stipendi. Il totale di questi premi economici aggiuntivi, quindi, che tuttavia – puntualizza ancora una volta l'esponente Udc – risultano assolutamente legittimi sotto l'aspetto contrattuale, ammonta esattamente 130.475,52 euro.
Ciò nonostante – ricorda il consigliere comunale – il Dirigente delle società partecipate del Comune Pagano, si era impegnato a verificare il rispetto dei vincoli e delle limitazioni alle politiche retributive degli organismi partecipati previsti dalla Legge di Stabilità 2014 all'art. 1 comma 557, ma di scritto, sull'esito di queste verifiche, non ha mai prodotto nulla”.
Alla luce di tutto ciò, quindi, Gioveni chiederà in questa fase propedeutica al definitivo passaggio di Ato3 e Messinambiente all'Amam che sarà approfondita in aula in tutti i suoi aspetti, di verificare la legittimità e l'opportunità politica di mantenere l'erogazione dei "superminimi" anche dopo il passaggio di questi lavoratori nella "nuova Amam".