Reggio Calabria – Scagionato, anche in secondo grado, il giudice Olindo Canali, ex pubblico ministero a Barcellona Pozzo di Gotto accusato dai pentiti di avere “aggiustato” un processo.
La Corte d’Appello d’oltre Stretto ha confermato l’assoluzione per il magistrato Olindo Canali dalla pesante accusa di corruzione in atti giudiziari, ipotizzata dopo le rivelazioni del collaboratore di giustizia Carmelo D’Amico, anche lui alla sbarra e anche lui assolto anche in appello.
In primo grado per Canali, difeso dall’avvocato Ugo Colonna, l’Accusa aveva chiesto la condanna a 6 anni. I giudici lo hanno invece assolto con la formula “perché il fatto non sussiste” per la vicenda legata all’omicidio del giornalista Beppe Alfano e con formula dubitativa dalla contestazione relativa al triplice omicidio Geraci-Raimondo-Martino del 4 settembre 1993. La figlia del giornalista, Sonia Alfano, assistita dall’avvocato Fabio Repici come parte civile, è stata condannata alle spese legali
Alla stazione di Barcellona i tre ragazzi di Milazzo erano stati giustiziati perché “sconfinavano” a Barcellona per rubare. Autoaccusandosi del delitto, l’ex capo dell’ala militare di Cosa nostra del Longano ha raccontato di aver fatto arrivare a Canali una parte di quel denaro, quando si occupava del caso come applicato di DDA, insieme ad un altro collega. In primo grado è stato assolto anche l’ex boss dell’ala militare dei barcellonesi, poi pentito.
Tra le parti civili anche l’avvocato Filippo Barbera per i familiari delle vittime Geraci-Raimondo-Martino. Nella vicenda, ma non in questa tranche processuale, figura anche il capo mafia Giuseppe Gullotti, chiamato in causa per l’omicidio Alfano.