“E' la risposta dello Stato alla guerriglia urbana, questi sono pseudo tifosi, vanno in giro armati e se la prendono persino con cittadini che non c'entrano niente”. Il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio commenta l'operazione “Questo non è calcio”, che ha portato all'arresto di cinque baresi. “Messina è soggetta a questi episodi per la sua posizione geografica ma i violenti sappiano che non sarà terra di conquista. E' solo grazie all'intervento delle forze dell'ordine se non ci sono stati feriti gravi. La Procura aveva chiesto una misura cautelare per tutti e 18 i colpiti da daspo (divieto di accesso alle manifestazioni sportive, ndr) ma il giudice ha ritenuto che per 13 fosse già una misura sufficiente ed ha disposto l'arresto per gli altri 5 più facinorosi”.
L'indagine non è stata semplice – spiega il vice questore Nicola Spampinato -, “i più violenti erano travisati e la videosorveglianza non è stata sempre d'aiuto. Questi non sono tifosi, sono delinquenti, la maggior parte di loro ha precedenti penali, purtroppo all'interno dei gruppi si nascondono mele marce e spesso ci sono infiltrazioni criminali. Ma non bisogna penalizzare le migliaia di tifosi che vogliono semplicemente godersi gli eventi sportivi”.
Non si spiega, tra l'altro, come ci potessero essere persone già colpite da daspo, perdipiù armate, quando i tifosi subiscono tutti i controlli possibili prima di entrare allo stadio. “Vanno in giro camuffati in barba ai daspo – prosegue il vice questore -, ora la misura è stata inasprita con l'obbligo di firma. Mazze e armi, invece, le nascondono probabilmente nei mezzi di trasporto. Negli stadi non entrano ma sono utilizzate nei tragitti al ritorno”.
Le indagini sono state dirette dalla Digos di Messina col supporto delle Digos di Bari e di Ancona, quest'ultima perché uno degli arrestati è stato raggiunto nel capoluogo marchigiano, sul posto di lavoro. “Le aggressioni sono state violente – dice il dirigente Michele Pontoriero – e c'era rischio che ci andassero di mezzo anche semplici cittadini di passaggio, addirittura in un caso hanno persino lanciato un razzo mentre si stava chiudendo il portellone della nave. I colleghi di Bari ci sono stati d'aiuto per individuare i violenti. Ogni settimana siamo costretti ad analizzare le trasferte delle squadre e le varie rivalità per predisporre appositi servizi di contrasto”.