“Promuovere ogni opportuna iniziativa volta ad accertare e perseguire i danni erariali derivanti dalla mancata realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina”.
E’ quanto chiedono, alle Procure delle Corti dei Conti delle Regioni Lazio, Sicilia e Calabria, il sindaco di Messina, Cateno De Luca, i deputati messinesi Matilde Siracusano e Nino Germanà, il sindaco di Villa San Giovanni, Giovanni Siclari, e il parlamentare calabrese Marco Siclari, rappresentati dall’avvocato romano Davide De Longo.
42 lunghe pagine in cui si ripercorre la storia del progetto, dalla costituzione della società Stretto di Messina allo stop voluto dal governo Monti nel 2012, con focus sulle conseguenze patrimoniali del recesso dai contratti d’appalto stipulati.
Ecco quali sarebbero, nello specifico, i danni erariali:
Secondo i ricorrenti, si configura “il paradigma del cosiddetto danno da
disservizio, ossia quello che deriva dal minore o non corretto rendimento della spesa pubblica e che si sostanzia in una lesione al “risultato finale dell’azione pubblica”, più volte censurata dalla giurisprudenza (ad esempio, Corte dei conti, sez. I App., 12 febbraio 2014, n. 253)”.