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Non piove più, Basile: “Carenza d’acqua in tutto il Messinese”

MESSINA – E ci ritrovammo senz’acqua. Non piove nel territorio messinese e la siccità è un tema spesso sottovalutato. Da parte sua, come sindaco della Città metropolitana, Federico Basile si è fatto promotore di un tavolo di confronto in prefettura in programma venerdì 1 marzo, alle 11.30. Con la prefetta Cosima Di Stani e il sindaco di Messina, ci saranno i primi cittadini degli altri 107 Comuni e la Protezione civile regionale e provinciale, oltre all’Autorità di bacino. “Non è un’emergenza ma un campanello d’allame”, precisa Basile.

Sindaco, spieghiamolo bene. Perché ha caldeggiato un incontro in prefettura per affrontare la crisi idrica a Messina e provincia?

“Parto dalla constatazione che in tutta Italia, e non solo, c’è carenza di pioggia. È stato dichiarato lo stato di calamità per il settore irriguo a causa di problemi strutturali in Sicilia ma anche perché non piove. Ho sentito la prefetta una settimana fa e ho posto un problema che riguarda tutti i Comuni della Città metropolitana. L’ottica è quella della programmazione e della prevenzione rispetto a una crisi che può perdurare. Ad esempio, il Comune di Monforte ha avuto un problema recente alle pompe di sollevamento ed è stato da noi aiutato con le autobotti. Da qui il campanello d’allarme”.

Quale?

“Se tutti i Comuni dovessere vivere emergenze di questo tipo, come potrei gestirle e aiutarli, io che ho già i miei problemi a Messina? Così mi sono premurato di sottoporre il caso alla prefetta. Perché, se continua a non piovere, e la mia è precauzione, non allarmismo, c’è una situazione generale da affrontare. Dobbiamo capire come procedere sia per l’eventuale recupero dell’acqua, sia per gli interventi da fare pure in vista dei prossimi anni. Quest’anno c’è stata poca neve. Il tema dell’acqua, a prescindere dalle opere infrastrutturali che stiamo facendo, per creare un nuovo invaso a Montesanto, è centrale. Se manca l’acqua, come si risolve l’emergenza? Fiumefreddo non ha risorse infinite. Su questo dobbiamo ragionare nell’ottica della programmazione, ora che c’è un campanello d’allarme”.

Teme che gli sforzi per gli interventi strutturali vengano vanificati?

“Sì, perché se manca l’acqua c’è poco da fare. E, da sindaco metropolitano, devo stare attento in un’ottica generale. Non a caso la Protezione civile regionale ha chiesto un monitaraggio sull’apporto idrico in Sicilia. E la prefetta Di Stani ha offerto massimo sostegno all’iniziativa”.

Questo richiede un’attenzione particolare agli sprechi?

“Sì. Nella provincia palermitana hanno staccato le fontanelle pubbliche (lì dove manca il contatore di consumi, n.d.r.). Noi abbiamo le fontane, però, che garantiscono il riciclo. Il problema può riguardare fontane come Pace, dove l’acqua scorre sempre ed è un consumo continuo. In più, ci sono eventi esterni che possono incidere. In agosto, ad esempio, gli incendi hanno spaccato i cavi elettrici e in quel periodo, al sessanta per cento, il problema idrico è derivato da questo. E questo mese c’è stato un black out a causa di un danno a un cavo a Fiumefreddo. Poi, noi come cittadini, dobbiamo stare attenti a non sprecare l’acqua. E non è una banalità. Tuttavia, da amministratore, devo sollevare il problema prima di ritrovarci in piena crisi”.