MESSINA – Un parco là dove c’erano baracche. Ci siamo quasi. Questa settimana avverrà l’inaugurazione nel segno del risanamento. Metà parco è pronto per essere restituito alla città. La storica incompiuta di Camaro Sant’Antonio ha finalmente preso forma e colore. E proprio il verde del nuovo prato e i colori dell’arcobaleno spezzano il grigiore dei palazzi intorno. I lavori iniziati a febbraio sono ormai alle battute finali. Un’area completamente riqualificata, la prima a risorgere dalle ceneri delle baracche. In diverse zone di risanamento di Messina sono state demolite casette ed eliminate le macerie ma in nessuna era ancora sorto un parco urbano. Una rigenerazione che presto vedrà la luce anche sul viale Giostra, al parco Magnolia e nell’ex baraccopoli di Salita Tremonti.
Sottolinea Matilde Siracusano, sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia: “La prossima settimana a Camaro, quartiere periferico di Messina, verrà inaugurata la prima opera pubblica frutto del risanamento avviato nella città dello Stretto soprattutto grazie a un’iniziativa targata Forza Italia. Iniziativa con la quale sono stati stanziati 100 milioni di euro, seguendo le indicazioni della legge sulle baraccopoli per la quale ho lavorato per anni in Parlamento. Parliamo di un’area che era rimasta abbandonata, dopo che nel lontano 2002 si era proceduto all’abbattimento delle baracche presenti in quel quadrante”.
Mette in risalto Siracusano: “Dopo 22 anni la struttura commissariale per il risanamento, su input del sub commissario Marcello Scurria, è riuscita ad avviare i lavori e a concluderli: è questo il vero senso del risanamento. Non solo abbattere case e costruirne di nuove, ma soprattutto acquistare alloggi da consegnare alle famiglie, evitando così il consumo del suolo e possibili nuovi ghetti. L’obiettivo è sempre quello di riqualificare le periferie, regalare opere verdi, dare nuova vita a tanti quartieri. Questo è il modello Messina, un modello di successo che vogliamo continuare a portare avanti nella nostra città e magari esportare in altre aree del Paese per risanare le zone degradate e abbandonate delle periferie”.