MESSINA – L’Atm dovrà reintegrare il lavoratore licenziato, dovrà pagargli gli stipendi non corrisposti dal giorno del licenziamento e dovrà anche pagare le spese legali: sono 3.500 euro. E’ questa la decisione del giudice dopo la causa intentata da Giuseppe Corvasce, uno dei presunti “furbetti” della selezione di assunzione, licenziato perché secondo l’azienda aveva presentato false dichiarazioni.
Il lavoratore, assistito dall’avvocata Rosaria Filloramo, è stato prima scagionato dall‘accusa di falso. Ora per lui arriva la sentenza della Corte d’Appello (presidente Catarsini) che ribalta il verdetto del Tribunale del Lavoro e censura la partecipata, intimandogli la riassunzione.
I giudici hanno accolto le ragioni del legale, stabilendo che l’uomo non andava licenziato. Atm dovrà perciò corrispondergli gli arretrati, dall’ultima mensilità “persa” fino alla riassunzione, fino ad un massimo di 12 mesi, e dovrà risarcirlo delle spese legali.
“Non è mio costume commentare le sentenze, favorevoli o meno esse siano – dichiara l’avvocata Filocamo – ma nel caso che mi ha impegnata ho assistito alla condanna mediatica del mio assistito, un lavoratore, un uomo semplice che con il suo semplice lavoro ha sempre sostenuto la propria famiglia, reo solo di aver tentato di migliorare la propria posizione attraverso la partecipazione a un bando di selezione pubblica il cui esito favorevole ha fatto accendere i riflettori in cerca di ombre che dovevano essere rintracciate e giudicate…sui canali social però, dove ormai ci si improvvisa operatori del diritto e si formano le sentenze, quasi sempre di condanna.
Etichettato “furbetto”, accusato di falso, di aver reso dichiarazioni mendaci ai fini della propria assunzione a discapito dei meritevoli. Mi chiedo ed estendo la domanda: l’assoluzione con formula piena in sede penale e la pronuncia favorevole in sede civile, dove il diritto realmente vive e si forma, si diffonderanno altrettanto velocemente fra gli appassionati alla vicenda? La giustizia fa il suo corso e ha i suoi tempi, impariamo a rispettarli”.