"Dal 2 gennaio 2015 la scuola Ugo Foscolo, locale in dismissione da più di due anni, ha ripreso a vivere grazie all’iniziativa di un gruppo variegato di persone, in continuità con le esperienze di autogestione promosse dal collettivo Teatro Pinelli”. Inizia così il testo della petizione che i Pinellini stanno promuovendo su facebook per opporsi alla possibilità di sgombero. "Trattandosi di una iniziativa che, in un certo senso, realizza alcuni dei punti più sbandierati del programma elettorale di Renato Accorinti (apertura delle scuole in uso e in disuso, anche in orari pomeridiani; biblioteche di quartiere; spazi di socializzazione e aggregazione giovanile e senile; attività culturali, formative e ludiche in favore di bambini e bambine disagiati e non, ecc..), rappresentando altresì una concreta attuazione di ciò che da anni viene definito in via astratta come “bene comune” – spiegano – i sottoscriventi chiedono:
– che si interrompa ogni azione relativa alla procedura di sgombero dei locali;
– che il Sindaco e la Giunta municipale prendano atto della gravità dei loro comportamenti omissivi, che hanno determinato ripetuti interventi di saldatura dei cancelli da parte della polizia municipale e l’inoltro della richiesta di sgombero coatto alla procura della repubblica;
– che si garantisca un processo realmente democratico e partecipato in merito alle decisioni da prendere per la gestione dello spazio in questione";
"Le esperienze di autogestione che abbiamo visto in questi anni – proseguono – ci hanno insegnato che, a fronte delle “buone intenzioni” dichiarate dai funzionari istituzionali, quando sopravviene uno sgombero forzato i locali rimangono chiusi, o peggio murati. Lo abbiamo visto, soprattutto, con il Teatro in Fiera (murato), con la Casa del Portuale (murata). Il solo motivo per cui si interrompono queste esperienze è perché queste producono conflitto contro chi vuole continuare a tenere la città, e soprattutto i quartieri popolari, in uno stato di sottomissione e solitudine. Molto spesso i “progetti” delle istituzioni si sono rivelati delle chimere, e sono stati utilizzati solo come paravento per giustificare le suddette azioni repressive".
"Per questo – conclude il testo della petizione – sosteniamo l’idea che non importa come uno spazio viene riaperto: in questa situazione di crisi e di eccezionalità l’unica risposta concreta per arginare l’abbandono e la dismissione sistematica del patrimonio immobiliare della città e del suo territorio è l’azione concreta, individuale e collettiva, di tutte e tutti. Compito di un’amministrazione che si dice rivoluzionaria è, invece, quello di ascoltare questi movimenti cittadini cercando di dar loro sponda e supporto, affinché i progetti che arrivano dal basso possano davvero costituire le fondamenta della città che vogliamo per il domani".
Si tratta di una campagna di solidarietà dal nome "Mi occupo della Foscolo col Pinelli" alla quale aderire sulla pagina https://www.facebook.com/events/1571923313077653/ . Qui è possibile scaricare il modulo raccolta firma, pubblicare le proprie lettere e soprattutto le proprie foto con un cartello recante la scritta #mioccupodellafoscolocolpinelli e #nonostanteaccorinti".