C’è chi le vorrebbe ad aprile, chi il più tardi possibile. Le elezioni universitarie sono diventate il principale argomento di scontro in questa lunga campagna elettorale, che condurrà all’elezione del successore di Francesco Tomasello, rettore dell’Università di Messina dal 2004. Solo pochi giorni fa, una ventina di senatori sui trentadue che compongono l’organo accademico hanno sottoscritto un documento per chiedere l’anticipazione delle consultazioni elettorali . Due le motivazioni principali della richiesta inoltrata al Decano Salvatore Berlingò, a cui spetta la scelta della data: evitare che le elezioni universitarie si accavallino con le amministrative di fine maggio, ma soprattutto evitare di allungare eccessivamente il dibattito elettorale, già avvelenato, che rischia di creare un danno all’Ateneo peloritano. La necessità di un’indizione anticipata delle elezioni universitarie è sostenuta soprattutto da uno dei cinque candidati a rettore, Pietro Navarra, che non ha messo la sua firma in calce al documento ma che è riuscito a far passare la sua linea in Senato accademico, con una larga condivisione .
E quel documento ha già una risposta ufficiale, quella del professore Berlingò, che ha scritto una lettera ai componenti della Senato accademico . «Come Voi stessi ricordate -si legge testualmente – a norma di Statuto la data delle elezioni medesime non potrà essere fissata oltre il 30 giugno del corrente anno; ne consegue, sempre a norma di Statuto, che il Decano è vincolato ad indire le elezioni non più tardi della fine di maggio». Le elezioni universitarie sono, dunque, destinate a coincidere con le elezioni amministrative , giorno più giorno meno.
«Per coerenza con la doverosa posizione di terzietà della carica da me ricoperta – continua la lettera del decano – non intendo prendere posizione fra chi osteggia il dilatarsi del dibattito elettorale e chi invece ritiene che “nuocerebbero agli interessi dell’Ateneo” “improvvide accelerazioni ed ingiustificate strozzature”; e se è ipotizzabile, come da Voi adombrato, che una convocazione anticipata del corpo elettorale potrebbe contribuire a “non pregiudicare il sereno svolgimento del mandato del Rettore in carica”, è altrettanto plausibile che il prolungamento del periodo di interregno, con la coesistenza di due Rettori (uno pur sempre in carica e l’altro già eletto), potrebbe ingenerare turbative in un periodo di transizione ancora nevralgico per l’attuazione degli adempimenti connessi alla prima fase di applicazione dello Statuto revisionato. In altri termini – scrive ancora Berlingò – ciascuna delle argomentazioni addotte pro o contro l’accelerazione delle elezioni a Rettore – come quelle prima evidenziate o come quelle che potrebbero essermi ulteriormente segnalate – si rovescia nel suo esatto contrario. Pertanto, ritengo che, allo stato, travalicherei quelle che sono le mie responsabilità se operassi una scelta ultronea rispetto ai vincoli impostimi dalle previsioni statutarie».
L’intenzione dichiarata del professore Berlingò è, dunque, quella di attenersi al dettato statutario, ma questo non gli impedisce di promettere «un paritario confronto circa la data della consultazione elettorale (sempre con l’osservanza dei limiti di tempo statutariamente stabiliti)».
Fatta chiarezza su questo aspetto, nella ultima parte della missiva il decano lancia un invito ai senatori e non solo a loro : «ritengo, piuttosto, doveroso annotare come il lasso più o meno lungo di tempo che ci separa dalle elezioni a Rettore possa essere utilizzato dagli Organi di Governo dell’Ateneo nell’adempiere ad una precisa incombenza e cioè quella di elaborare, discutere e votare un aggiornato Regolamento per le elezioni del Rettore, necessario a predisporre norme esplicative ed attuative delle previsioni dettate in materia dal nuovo Statuto». (DLT)